Oggi facciamo un tour nella Basilicata intima ed interiore: saremo a Oliveto Lucano alla scoperta delle Petre de la Mola; scopriremo il paesaggio onirico di Matera attraverso “La ballata dei Sassi” e guarderemo volti antichi cercando di comprenderli e di sentirne i pensieri.
Ecco gli articoli del collage di oggi:
- 10 cose da fare a Oliveto Lucano
- La Ballata dei Sassi, il romanzo per chi ama la propria terra
- Umanità e attesa composta nei racconti dei sottani
- Il tempo immobile la Basilicata come una poesia sui social
- Cimitero barbarico, necropoli struggente tra i Sassi
Un caleidoscopio di emozioni. Questo è quello che regala la Basilicata a ogni viandante. Questo è il senso del legame profondo che unisce ogni lucano a questa terra, non appena si va via. Quel qualcosa che ti fa sapere in ogni istante che “nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”, per dirla alla Cesare Pavese ne “La Luna e i falò”. E che è possibile portare con sé, sempre.
Oggi, proviamo a tracciare i contorni di questo viaggio intimo nella Lucania, dove i paesaggi opalescenti e i sorrisi radiosi della gente sono solo frammenti di percorsi interiori che si alternano con la stessa vorace imprevedibilità degli scenari che attraversiamo.
Lo sguardo curioso di una bambina potentina negli anni ’40 del 1900 di fronte all’obiettivo della macchina fotografica; la malcelata rassegnazione all’immobilismo richiesto dal fotografo negli altri due piccoli ritratti; e la pazienza composta negli occhi dell’anziana nonnina al centro, avvezza a non aspettarsi mai nulla, in un intreccio di dita che è quasi protezione da ogni possibile sciagura, mentre un leggero guizzo di vanità quasi affiora dal sorriso appena accennato della madre.
C’è un mondo intero (e sparito) in questa immagina pubblicata da Typimedia editore nel volume “Come eravamo – Potenza”. Un mondo di vite umili che si inseguivano nei “sottani”, le abitazioni malsane – spesso senza finestre – che si trovavano sotto il livello stradale nel centro storico di Potenza e in cui gruppi familiari numerosi e intergenerazionali condividevano tutto: spazi, letto e cibo. Continua a leggere qui.
“Vento in faccia, a superare pietre incerte, tappeti di rosmarino e uno due e tre salti fino all’ultimo centimetro di terra prima del vuoto assoluto, prima del grande spettacolo della Gravina”
Con un balzo siamo a Matera, la splendida Città dei Sassi. Girovaghiamo tra le sue strade antiche afferrando gli odori buoni portati dal vento in una caccia al tesoro che ripercorre le tappe – a tratti oniriche – de “La ballata dei Sassi”. L’epopea di un amore e di un gentile ritorno a casa, in cui le cose non sono mai solamente quello che appaiono ma sono trasfigurate dal senso “tattile” della poesia.
Chiudiamo gli occhi un istante e quando li riapriamo siamo a Oliveto Lucano, nel cuore della regione. Nei pressi, tra i boschi, affiorano le rovine osche del Monte Croccia. Poco oltre, al solstizio d’inverno, si compie il miracolo del sole alle Petre de la Mola con il sole che si incastra tra le mura del megalite: siamo davanti a un potente calendario astronomico di pietra risalente all’età del bronzo.
Ma c’è altro, c’è ancora dell’altro in Basilicata. In questo viaggio onirico non dobbiamo fare altro che guardarci attorno e sfiorare la terra con le dita. Ne sgorgheranno altri racconti e altre storie in cui il tempo è immobile e le lancette degli orologi sembrano essersi fermate a un tempo metafisico e ideale, dove la fissità è sintomo di una condizione di estatica perfezione e serenità. Come nelle foto raccolte sui social. Guardale a questo link.