Lucania, terra ricca di tesori naturali. Il suo sottosuolo in particolare, oltre all’abbondanza di acqua e petrolio, nasconde un’enorme quantità di preziosissime pepite il cui valore raggiunge talvolta cifre da capogiro: il tartufo, tesoro del sottosuolo lucano.
Nero, Bianco, Bianchetto, Scorzone, sono i nomi di alcune varietà, tutte presenti in Basilicata, di questo fungo ipogeo che cresce in particolari condizioni ambientali create dal connubio tra tipo di terreno, clima e tipo di pianta. Inoltre i “cavatori” di tartufo devono necessariamente avvalersi dell’infallibile fiuto del migliore amico dell’uomo, il cane, per arrivare a scovare questi piccoli tesori.
Odori, sapori, consistenze, luoghi: tutto, di questo tubero prezioso, fa pensare alla terra umida e a boschi incontaminati. Nel mese di settembre si comincia con la cerca del nero liscio e del nero ordinario, per poi attendere ottobre per avere la fortuna (e il talento) di cavare il bianco.
Negli ultimi anni, i cercatori di tartufi sono aumentati insieme alle iniziative di valorizzazione del prodotto da parte dei territori di competenza. Tuttavia non esiste in Basilicata una vera e propria tradizione gastronomica legata al tartufo, ma di certo è una realtà in divenire.
La ricerca delle preziose pepite conduce su rotte affascinanti, che in Basilicata si snodano tra luoghi spesso poco conosciuti.
Tra i boschi inestricabili della Valle del Serrapotamo, ad esempio, nota per il pregiatissimo “Tartufo bianco del Serrapotamo di Carbone”.
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O ancora nel cuore verde della Val d’Agri, fino ad arrampicarsi sulle Dolomiti Lucane a Castelmezzano, o tra i suggestivi panorami di Muro Lucano, fino ad arrivare nel sud della regione nel parco Nazionale del Pollino.
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Gli appuntamenti lucani dedicati al prezioso “tubero” sono diversi e ne seguono i ritmi: dall’estate fino all’autunno inoltrato cominciando con le sagre di Muro Lucano, a luglio, e con la Sagra del tartufo di Marsicovetere, piccolo paesino arroccato alle pendici del Sacro Monte di Viggiano, balcone sulla Val d’Agri: ogni anno, il 14 agosto, è possibile passeggiare tra i suggestivi vicoli in pietra del piccolo borgo e visitare antiche ville nobiliari, che aprono le loro porte per l’occasione, e assaggiare specialità a base di tartufo.
Anche nei paesi delle Piccole Dolomiti Lucane è molto diffusa la ricerca dei tartufi, in particolare a Castelmezzano: verso la fine del mese di luglio, si svolge la manifestazione “Tartufo in mostra”, con esposizioni, dibattiti e degustazioni.
Nella Valle del Serrapotamo, la raccolta del tartufo sta diventando un’attività sempre più praticata dagli abitanti del luogo e rappresenta, per molti, una reale possibilità imprenditoriale dato che le condizioni climatico-ambientali della valle sono ideali per la crescita di questa prelibatezza. I minuscoli paesi, che mediamente superano di poco i 500 abitanti, ospitano molte iniziative come degustazioni, visite alle tartufaie (terreni in cui crescono tartufi, spontanei o coltivati), mostre mercato e sagre tra cui la famosa mostra mercato di Carbone che si svolge, ogni anno, in autunno. La sagra si svolge di solito negli ultimi giorni di ottobre, ma negli ultimi anni la raccolta del tartufo si è dovuta necessariamente adeguare al cambiamento climatico e può capitare che slitti a novembre. Per informazioni più puntuali, è bene tenere d’occhio il sito internet del Comune.
Il connubio ancestrale in Basilicata tra boschi e abbondanza d’acqua fa sì che questa terra sia meta ideale per gli appassionati del tartufo, sia in tavola che per i cercatori, e che le preziose pepite raccolte qui non abbiano nulla da invidiare a quelle colte in luoghi più celebri.
Per scoprire il cuore della Basilicata e le rotte del tartufo, perché allora non guardare anche ai corsi d’acqua: con le cornici verdi tra le quali scorrono, la natura rigogliosa e le numerose attività con le quali ci si può divertire, sono un ottimo motivo per addentrarsi nella Basilicata più selvaggia.
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