Leggenda e mito, l’indimenticabile volto della Pacchiana
L’Amaro Lucano, icona della Basilicata
Essenza Lucano, un museo multisensoriale
La Basilicata, l’umanità e “Rocco e i suoi fratelli”
Una massa di capelli scuri, un sorriso sornione, orecchini vistosi e un elegante corpetto ingentilito da un filo d’oro. Sono i dettagli che rendono riconoscibile ovunque, nel mondo, la Pacchiana, la donna del popolo che indossa ai costumi tradizionale di Pisticci. È l’immagine che campeggia sull’etichetta dell’Amaro Lucano e che è parte – senz’altro – della fortuna del solido marchio nato dalla passione di dolci e distillati di Pasquale Vena, capostipite della famiglia di distillatori più famosa della Basilicata.
Ma chi è questa giovane donna, modernissima nella sua semplicità, che ammicca da ogni bottiglia e che ricorda il carisma seducente di Sofia Loren? Era una popolana, bellissima, che abitava il quartiere più antico di Pisticci, alla fine del 1800 e che faceva impazzire d’amore molti ragazzi dell’epoca.
Il suo potere carismatico è rimasto intatto ieri come oggi e la sua figura ci accoglie nel museo Essenza Lucano, in quel di Pisticci. Qui, la Pacchiana ci appare volitiva e sagace per raccontare la storia dei Vena e delle tradizioni del territorio.
Sarebbe tuttavia sbagliato ritenere che questa giovane misteriosa sia destinata a restare confinata in ambiti geografici ristretti e nell’ancora più ristretto ambito della produzione di distillati e amari.
La sua potente immagine, infatti, è approdata anche al cinema grazie al capolavoro di Luchino Visconti, “Rocco e i suoi fratelli”. Nella pellicola osannata da pubblico e critica, infatti, Rosaria, che nel film interpreta la madre, appare con rimandi che inneggiano al vestito tipico della “pacchiana “. Un legame con le radici e con il territorio destinato a durare.