Il percorso della Madonna di Viggiano al Sacro Monte
La cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio
La Madonna del Rosario di Smet, a Muro Lucano
La Madonna del Monteforte, a piedi scalzi in ritualità antiche
La scorsa domenica, l’euforia ha invaso le strade di Viggiano. Quando la Madonna Nera, regina e patrona della Basilicata, è stata condotta in processione da centinaia di persone, la commozione ha pervaso anche i meno credenti: da due anni non accadeva. Vedere l’effigie santa risalire il Sacro Monte, seguita dal suono di zampogne e ciaramelle, tra persone oranti e festanti di ogni età, è stato un po’ come ricominciare a respirare. E a riabbracciarsi.
Ma non è stato l’unico rito dedicato alla Vergine in questo primo fine settimana di maggio, mese mariano per definizione. A Pisticci, ad esempio, anche la Madonna delle Grazie è stata al centro di un importante rito collettivo e in tutta la regione in questi giorni si moltiplicano le celebrazioni dedicate a Maria. S’innestano su radici profonde migliaia di anni. Traggono la loro linfa da riti pagani e apotropaici che portano ancora addosso l’odore forte della campagna e del muschio.
Oggi, partiamo proprio da Viggiano per seguire l’itinerario dell’ascesa della Vergine Nera al Sacro Monte, seguendone tappe e soste. Attraversiamo scenari ampi e paesaggi a volo d’uccello che esplodono in frammenti di sensazioni molto intime.
Poi, raggiungiamo Matera: tra non molto tempo si svolgerà la festa della Bruna. Ci prepariamo in anticipo a questa vitale espressione di fede entrando nella Cattedrale della città dei Sassi proprio per ammirare la statua della Madonna della Bruna, tra presepi cinquecenteschi e decorazioni sfarzose. Un inno (sacro) al sud.
Proseguiamo, quindi, verso Abriola. Qui, lo scenario muta completamente. I venti sono freschi, gli alberi maestosi. Una fiumara di persone segue in processione la statua della Madonna di Monteforte che, dalla Chiesa Madre, sta per essere portata all’interno dell’omonimo santuario, a 1400 metri sul livello del mare. Un racconto a piedi scalzi in ritualità antiche, racchiuso in un podcast.
Infine, spostiamoci a Muro Lucano. Nella sua cattedrale, ancora una Vergine ci attende. Non ha i colori caldi e intensi del meridione. Una luce fiamminga la pervade, illuminandola di bellezza. Ed è una scoperta antica, lieve come una carezza: si tratta del quadro della Madonna del Rosario, ritratta da Cornelis Smet.
Ci allontaniamo con la consapevolezza che, comunque la si guardi, la Basilicata riesce sempre a sorprenderci con dettagli, riti e un’immaginazione che sconfina sempre piacevolmente in un largo abbraccio.