Conosci Picerno? Oggi partiamo alla scoperta di questo borgo straordinario, immerso nella pace della natura e dalla grandissima tradizione gastronomica, come la salsiccia “lucanica” che si produce proprio qui. Inoltre, conosceremo il suo impeto libertario e ribelle che le è valso il nome di “Leonessa della Lucania”. Scopri tutto nell’articolo di WayGlo.
Leggi gli articoli di oggi:
- Picerno, 10 cose da fare e da vedere
- Lucanica di Picerno, la salsiccia della Basilicata
- Alla chiesa madre di Picerno il sacrificio di un prete per la libertà
- I dialetti, voci di lucani nel mondo spiegati da Patrizia del Puente
- Picerno: la leonessa di Lucania
Picerno arriva quasi per caso percorrendo lo svincolo autostradale della Sicignano – Potenza. Appare all’improvviso al lato di un cavalcavia da vertigini, immerso nella pace quieta della campagna lucana, sulla cima del colle Li Foj.
Posto ideale per le escursioni nella natura, nasconde nel suo centro storico molte bellezze e opere d’arte e si fa apprezzare anche per la saporita norcineria, su cui spicca – in particolare – la famosa “lucanica” che ha alle sue spalle una storia molto antica ed apprezzata, tanto da diventare nei secoli passati, quasi un gustoso “vessillo” dell’intera Lucania.
Partiamo insieme alla scoperta di Picerno!
VIAGGIO TRA LE MERAVIGLIE DI PICERNO, TRA ARTE E NATURA
Paese di tradizioni, di natura affascinante e di scorci suggestivi, Picerno sorge a 721 metri di altitudine alle pendici del Monte Li Foj e una sua visita non può che iniziare dal centro storico, interessante insieme di vicoletti e gradinate, tra cui spuntano edifici nobiliari, chiese e antiche torri. Di particolare fascino sono i numerosi palazzi storici, come i seicenteschi Palazzo Caivano e Palazzo Scarilli, con i portali di pietra decorati, o il settecentesco Palazzo Capece, con il suo ampio giardino. Durante la vostra passeggiata potrebbe capitarvi di sentire una lingua particolare: è il dialetto galloitalico... Per saperne di più continua a leggere qui.
IL SAPORE INTENSO E ANTICO DELLA LUCANICA DI PICERNO
Speziata e dall’inconfondibile aroma di finocchio selvatico, la lucanica ha una storia antica e un gusto che mette tutti d’accordo
Insignita del marchio IGP nel 2018, la Lucanica di Picerno è una salsiccia radicata nella tradizione della Basilicata. Fu il popolo italico dei Lucani a cimentarsi per primo nella creazione di questo insaccato, mentre il nome si deve ai soldati romani che per primi lo chiamarono lucanica, proprio perché avevano imparato a farla dai Lucani. Da allora la Lucanica di Picerno ha viaggiato lontano, ed è diventata anche “responsabile” della nascita della luganega, famoso salume del nord Italia. Non molti sanno, infatti, che il celebre insaccato nacque proprio dall’occupazione della Lucania da parte dei Longobardi, che scoprirono la lucanica e la importarono nel loro territorio. Continua a leggere qui.
NELLA CHIESA MADRE, LA LOTTA DI UN PRETE PER LA LIBERTÀ
Sulla collina più alta di Picerno, ben visibile da qualunque punto si osservi questo borgo in provincia di Potenza, svetta la chiesa Madre di San Nicola di Bari ben riconoscibile grazie al suo campanile a punta.
Questo luogo di culto è il più importante del paese ed è stato edificato intorno al 1600 pur subendo, nel tempo, diversi rifacimenti e ampliamenti. Grazie alla sua posizione privilegiata, in altura, la chiesa ha sempre osservato la vita dei picernesi che, generalmente, scorre placida ai suoi piedi. Ma, questo edificio è stato anche teatro di uno degli avvenimenti più sconvolgenti e terribili avvenuti durante le lotte ingaggiate in Lucania sulla scia della proclamazione della Repubblica napoletana nel gennaio del 1799, in cui Picerno fu conosciuta come la “leonessa della Lucania“. Continua a leggere qui.
UN VIAGGIO TRA I DIALETTI LUCANI CON LA DOTTORESSA DEL PUENTE
Picerno è una realtà interessante sotto ogni punto di vista, incluso quello dialettale. Proprio qui, infatti, si parla una lingua di area liguro-piemontese insieme a Potenza, Tito, Vaglio di Basilicata, Pietragalla, Pignola e Albano di Lucania tra gli altri. Una “settentrionalità” molto diffusa nella nostra Regione ma non scontata. Come spiega in un’intervista a WayGlo la professoressa Patrizia del Puente, docente ordinario di glottologia e linguistica presso l’Università degli Studi della Basilicata – Unibas. Continua a leggere qui.