Leggi gli articoli di oggi:
- Itinerari federiciani, sulle tracce dello Stupor Mundi
- Torre Guevara a Potenza, la pietra del Basento scrive la storia della città
- 5 piccoli musei da non perdere in Basilicata
- Il miracolo di San Francesco salva la vita a due operai a Potenza
Da qualche parte, in qualche luogo arcano, esiste forse una porta nascosta in grado di condurci verso altre epoche. Chiudendo gli occhi, è facile immaginare di trovarla e di attraversarla per provare a vivere, un giorno almeno, in pieno Medioevo. O, più precisamente, in quella parte della storia intorno all’anno 1000 – 1200 in cui la nostra regione era attraversata da indocili sognatori di alto lignaggio, da santi e da pellegrini e in cui i borghi arroccati sorgevano aggrappati con forza alle rocce, sotto fortezze dalle fattezze inespugnabili a difenderli.
In Basilicata questo percorso è forse più semplice che altrove: spesso i paesini mostrano ancora piante urbanistiche medievali e le rovine di manieri più o meno sgretolati evocano ancora le lontane battaglie che li espugnarono.
Partiamo subito per un viaggio bellissimo nella Basilicata medievale e nelle sue suggestioni!
SULLE TRACCE DI FEDERICO II IN BASILICATA, TRA VOLI PINDARICI, LEGGENDE E STORIA
Federico di Hohenstaufen, personaggio poliedrico e affascinante, era noto come Stupor Mundi per via della sua grandissima curiosità intellettuale. Ha amato moltissimo la Basilicata, nella quale ha lasciato tracce rinvenibili nelle straordinarie architetture legate alla sua vita, ma anche in una lunga serie di miti e leggende popolari.
L’area del Vulture in particolare, ha costituito per lui un paradiso naturalistico, luogo ideale per l’arte della falconeria, a cui dedicò il trattato “De arte venandi cum avibus”.
Il Castello di Melfi, invece, fu teatro di importantissimi avvenimenti tra cui l’emanazione, nel 1231, delle Constitutiones, primo esempio medievale di regolamentazione della vita economica e sociale, con aspetti che – a ragione – possono definirsi moderni, come la difesa della donna e la parità dei diritti per tutti, incluse le minoranze.
UNA VISUALE INEDITA SUL PASSATO MEDIEVALE DI POTENZA DALLA TORRE GUEVARA
In via Bonaventura, nella parte est della zona centrale di Potenza, c’è una torre alta e solitaria che osserva lo scorrere delle giornate potentine. È la Torre Guevara, quello che resta di un antico castello di epoca medievale. Si pensa che fu edificata prima ancora del maniero, intorno al IX secolo, e che solo successivamente fu utilizzata come vedetta per la difesa della città.
La pietra con cui è stata costruita la torre si dice provenga dal letto del fiume Basento, che attraversa Potenza e che è compartecipe della storia della Lucania stessa e del suo passato feudale.
IL SILENZIO DELLA VITA BENEDETTINA IN UN MUSEO A BANZI
Il Museo Divina Bantia, a Banzi, offre l’opportunità di percorsi multimediali unici, in grado di condurci nella quotidianità di un passato lontano e affascinante che tratteggia i contorni di una giornata medievale tipo per i monaci benedettini, alla riscoperta delle nostre radici culturali ma condotto con intima umanità. Alcune installazioni, riproduzioni e scultore di grande intensità rendono la visita particolarmente interessante. Se poi lo si desidera, è possibile viaggiare ancora più a ritroso nel tempo, andando ad esplorare curiosità e modalità dell’arte divinatoria – raccontata anche da Omero – sulla base del volo degli uccelli.
IL MIRACOLO DI SAN FRANCESCO A POTENZA: RELIGIONE E VITA NEL MEDIOEVO
La costruzione della Chiesa di san Francesco, avvenuta nel 1266 a Potenza, nel centro storico, è avvolta dalla leggenda e si racconta sia stata dedicata al Poverello d’Assisi a seguito di un miracolo attribuito al Santo.
Eugenio D’Acunti, in “Storia e Arte nella Chiesa di San Francesco a Potenza”, racconta, infatti, che proprio nel 1266, due ragazzi stanno lavorando all’edificazione delle fondamenta di un edificio religioso. Improvvisamente, la struttura ha un cedimento e un enorme crollo seppellisce i due operai.
Si scatena il panico. La gente accorre per prestare soccorso ma si teme che, ormai, non ci sia più nulla da fare. Nonostante vengano chiamati a gran voce, i ragazzi non rispondono più. Si scava a mani nude. La certezza che siano morti si diffonde come un morbo. Nella disperazione di quegli attimi, qualcuno innalza delle preghiere a San Francesco. E tutto i presenti lo seguono…