Ecco il collage degli articoli di oggi:
- L’Incompiuta di Venosa
- Gesualdo l’assassino e il castello di Venosa
- 10 cose da fare e vedere a Venosa
- Il Castello del Balzo, il maniero Aragonese di Venosa
“Sotto nome diverso la favola di te parla”. Sono versi del poeta Quinto Orazio Flacco, e tornano in mente quando si scorrono a piedi le stradine di Venosa, città natale di questo colosso della letteratura senza tempo.
Tra i paesaggi verdi di vigne e odorosi di uva, all’ombra del Vulture, si arriva a Venosa, borgo tra i più belli d’Italia che ci accoglie come un’oasi di ebbrezza serena. Per accorgersene basta osservare la mole imperiosa del Castello aragonese Pirro Del Balzo, magari sorseggiando un bicchiere di vino da uno dei localini che si trovano nei pressi. Le quattro torri della fortezza svettano sul fossato come giganti a guardia del centro storico mentre i campanili e i tetti rossi delle case sembrano suggerire la dolcezza degli abitanti.
Oggi, questo maniero imponente è sede del museo archeologico nazionale e, al suo interno, si svelano reperti di epoca preromana, romana e altomedievale. Tra le possenti mura dell’edificio, però, si allungano anche alcune ombre nere: sono quelle di Gesualdo da Venosa, il principe dei musici, amato dal compianto Franco Battiato e da Igor Stravinskij. La storia di Gesualdo ha un sapore quasi epico in cui si mescolano suoni agghiaccianti di delitti e di amori ciechi con celestiali note dei madrigali.
Venosa è una miniera di emozioni e di bellezza. Enorme è il magnetismo che promana da quella che potrebbe essere la casa natale di Orazio e la voce del poeta sembra farsi più viva ai piedi della statua che lo rappresenta nella piazza assolata che porta il suo nome.
Venosa è una città con attestazioni antichissime – già in epoca preistorica – e con una forte capacità attrattiva anche nelle epoche successive. È stata snodo e commistione di popoli, come attestano le catacombe ebraiche del IV -IX secolo. Ma è stata anche una meta molto amata dai Normanni.
Il mausoleo degli Altavilla si trova infatti qui, nell’abbazia della santissima Trinità. Qui, riposano Roberto il Guiscardo, Guglielmo Braccio di Ferro e i loro fratelli. Da qui, si mossero alla conquista del sud Italia, facendone la storia.
Tra le grandi arcate dell’Incompiuta, il vento passa come una voce di secoli trascorsi o come un’ipotesi di cambiamento e di possibilità. Forse è proprio questo il monumento più spettacolare della città di Orazio, l’Incompiuta. La sua dolce e indefinita bellezza sembra un pegno o una promessa di gloria per le generazioni future da parte dei nostri padri.