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Ci sono posti che sono come file di porte allineate, dietro alle quali si nascondono infiniti viaggi, quasi interstellari, che non aspettano altro che di essere scelti.
Uno di questi luoghi magici è Rotonda, un borgo di circa tremila persone dischiuso tra le distese verdi del Parco Nazionale del Pollino.
Vie strette e ripide segnano il passo e, talvolta, tra i vicoli, è possibile imbattersi in piccole sculture scavate nella pietra: si celano tra i ciuffi d’erba e i rovi e vogliono essere trovate.
Nel borgo medievale, il campanile della chiesa della Madonna del Rosario risale al XVIII secolo e si culla all’ombra dei ruderi dell’antico castello.
Ma a Rotonda c’è molto altro da fare e molto ancora da vedere. Uno dei posti più affascinanti è senz’altro il museo paleontologico del Pollino, uno spazio che celebra l’eleganza del tempo e in cui si può fraternizzare con “Zampa”, un esemplare di elefante antico vissuto da queste parti oltre 400 000 anni fa…
Toglietevi, però, dalla testa l’odore pur fascinoso di terra sedimentata e oggetti nascosti: in questo borgo autentico si celebra tutta la freschezza del sapore contadino, lontano anni luce dall’odore asfittico e sempre uguale dei reparti ortofrutticoli del supermercato. Il merito è della natura rigogliosa intorno e della melanzana rossa di Rotonda, all’aspetto quasi un pomodoro, e dell’inconfondibile fagiolo bianco celebrato in un’apposita sagra.
La terra si lascia decisamente amare, a Rotonda!
Per poter assaporare tutti questi sapori locali dal gusto “spaziale”, si può fare a sosta alla Rimissa, una delle eccellenze gastronomiche dell’abitato. In passato, questo locale era una “rimessa”, una stalla utilizzata per far risposare i cavalli dei viandanti che viaggiavano verso la Calabria.
Un tuffo nella pace e nel sapore autentico contadino e lucano di Rotonda.