Museo del Brigantaggio: rivivere il mito, conoscere la storia
Il volto femminile del brigantaggio: Maria Giovanna Tito
Sulle strade di Crocco e dei briganti lucani
10 cose da fare e da vedere a Gorgoglione
“Brigante” in Basilicata può voler dire molte cose: “delinquente” della peggior specie ma, anche, persona dal carattere deciso e forte, irruenta e idealista. Non è un caso, quindi, che questo termine sia spesso usato dalle mamme lucane all’indirizzo di bimbi vivaci. Come anche non è un caso che il ritratto del più famoso tra i briganti nostrani, Carmine Crocco, faccia ancora capolino sui muri delle città o riemerga magicamente dopo essersene stato acquattato per anni nei bauli delle vecchie case di nonne e bisnonne.
Il brigantaggio, del resto, è stato un fenomeno complesso, oggetto di una lotta spietata e su cui si sono interrogati, in maniera serrata, moltissimi intellettuali meridionali, come Francesco Saverio Nitti il cui nonno fu massacrato proprio da Crocco.
Ma c’è qualcosa di più intimo nella storia dei briganti che fa parte dell’identità profonda di ogni lucano: è il legame con la terra. Terra spesso negata e avara. I briganti, infatti, erano per lo più contadini o pastori analfabeti che non avevano altra scelta che quella di darsi alla macchia, specie dopo l’istituzione di una leva obbligatoria che privava – per anni – le famiglie più povere di braccia indispensabili . Eppure, di tutta la dura verità storica – più o meno romanzata – resta la fascinazione di gruppi di uomini e donne che, a modo loro, cercavano una qualche giustizia o un modo, almeno, per risollevarsi dalla miseria.
Come Crocco, più carismatico di Masaniello, e Maria Giovanna Tito, sua compagna dalla storia triste, soprannominata “la iena” per la ferocia e l’astuzia che dimostrava durante la guerriglia. E bella come una dea.
Le notizie su di lei si trovano nel Museo del brigantaggio a Rionero, dove i briganti appaiono come fantasmi per raccontare storie fatta di miseria, orrore, violenza e speranza.
Questo posto straordinario, dalla forza multimediale e dal trasporto interiore, è una delle tappe del percorso sulle strade che furono percorse da Carmine Crocco, il generale dei briganti. Tra grotte segrete, fughe a cavallo, saccheggi e trionfi.
Ma un percorso alla ricerca di banditi richiede anche di destreggiarsi nella mappa dei tesori mai trovati e nascosti nei rifugi dei banditi lucani. Come l’antro nascosto a Gorgoglione, che è solo una delle 10 tappe alla scoperta di questo borgo.
Intanto, come in un romanzo d’avventura, rimaniamo sospesi – nel bene e nel male – dalla lingua feroce ma non rassegnata dei nostri avi.
Foto di copertina di @chiara_occhialini