Il mese di agosto in Basilicata è un mese magico: invidia, malocchio, sfortuna, fatture; donne coperte di nero, maghi che vivono tra i boschi, amuleti e formule magiche. Immaginate tutto questo, e due paesi della Basilicata, uno abbarbicato tra le Dolomiti Lucane e l’altro nella Valle del Sinni: sono Albano di Lucania e Colobraro, accomunati da un insolito destino e da una reputazione dark che li precede. I due paesi sono infatti le capitali della magia e della superstizione in terra lucana, e nelle settimane agostane danno il meglio di sé.
A voler ricostruire la storia di queste leggende, si dovrebbe certo partire dalla spedizione di antropologi guidata da Ernesto De Martino e al grande successo del saggio che ne seguì, “Sud e Magia“. L’immagine della Basilicata, a metà strada tra arretratezza culturale e scuola di incantesimi, divenne quella predominante. E le conseguenze, sugli abitanti di Colobraro e di Albano, non si fecero attendere.
In Basilicata si dice che Colobraro porti sfortuna anche solo a nominarlo. La leggenda narra di molteplici episodi, testimoniati dagli anziani del paese, secondo cui le peggiori sciagure si sarebbero abbattute su chi avesse avuto l’ardire di pronunciare il nome del piccolo borgo. Per questo, da sempre, Colobraro è conosciuto in terra Lucana semplicemente come “quel paese”, una sorta di Innominato manzoniano che incute terrore anche da lontano.
Ma gli abitanti non si sono mai arresi a questa nomea, e anzi da qualche anno ne hanno fatto un vanto: è successo grazie a “Sogno di una notte a quel paese“, che riempie i vicoli del centro storico con un geniale spettacolo teatrale itinerante. Attori e attrici, non professionisti, hanno un talento straordinario e ogni venerdì di agosto le risate e gli applausi scroscianti si possono (quasi) sentire dai paesi vicini. Lo spettacolo strizza l’occhio alla scaramanzia, sovverte luoghi comuni e conserva il fascino delle leggende di un tempo.
Tra le viuzze di Colobraro, le donne vestite da masciare invitano la gente ad acquistare amuleti fatti a mano per scongiurare l’invidia e la cattiveria.
Questo appuntamento, geniale e folkloristico, è diventato un punto cardine dell’estate colobrarese.
Albano di Lucania domina la valle del Basento con una vista straordinaria sulle Dolomiti Lucane. Fortemente legato alle tradizioni magiche, pare fosse abitato da moltissime masciare (fattucchiere), che praticavano l’affasc’na (fascinazione), un rituale magico-religioso di gesti e formule oratorie che curava i malanni e scongiurava il malocchio.
Ad agosto Albano si anima nelle Notti della Magia, un percorso etnico, culturale e gastronomico in cui si rivivono tradizioni magiche, tra spiritelli e ottimo cibo.
Anche qui, creatività e intelligenza si rivelano le armi migliori contro la scaramanzia e i brutti pensieri; immergendosi, però, nella magia della bellezza di uno dei borghi più suggestivi delle Dolomiti Lucane.