Partiamo per un viaggio nell’arte in Basilicata! Scopriremo affreschi di rara bellezza a Monticchio e un capolavoro attribuito al Mantegna nella cattedrale di Irsina. Infine, ci stupiremo commuovendoci davanti al colossale e vibrante Lucania ’61 di Carlo Levi.
Leggi gli articoli di oggi:
- Faccia a faccia con Pino Oliva
- La statua di Sant’Eufemia a Irsina, capolavoro del Mantegna
- La meraviglia del tempo: la scoperta del Tuppo dei Sassi di Filiano
- Gli affreschi ai laghi di Monticchio
- Il capolavoro di Carlo Levi: Lucania ’61
La Basilicata è fatta di arte. I suoi paesaggi, i volti delle persone, spesso affilati e intensi, ispirano da sempre grandi pittori e fotografi, soprattutto grazie alla sua atavica magia contadina.
“Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magía”, scriveva il compianto Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”. Questa chiave lui l’ha trovata, traendone forza e immortalità in tutte le sue opere.
Il sublime dell’arte da lui interpretato, poi, lo ritroviamo a Matera, a palazzo Lanfranchi in un capolavoro su tela lungo venti metri: si tratta di Lucania ’61, un’opera osannata da artisti e personaggi di spicco della cultura italiana, da Calvino a Guttuso, in cui tra decina di occhi, emergono quelli gioiosi e inclini al cambiamento di Rocco Scotellaro.
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E che dire della potenza della creazione artistica nelle chiese lucane? Ovunque ci sono capolavori che rimandano al rinascimento italiano come la statua di Sant’Eufemia, attribuita al Mantegna, a Irsina.
L’immagine della città dei Sassi, invece, più o meno rivisitata, rimane stampata nella mente di quanti l’attraversano, fosse pure per caso, come un incantesimo senza fine da cui trarre spunto per scenografie ideali e riflessioni nei più svariati campi della cultura. Ne è un esempio Pino Oliva che, nel Waytalk, ci racconta la sua passione per Matera e per la Basilicata in genere, in un percorso sospeso tra realtà e immaginazione attraverso la pittura e il fumetto.
L’arte sembra fluttuare nel vento, in Basilicata, portandoci oltre le valli e i boschi, nei pressi dei laghi di Monticchio dove si trova la Badia di San Michele, sviluppata a partire da un antico luogo di culto Micaelico in grotta. La cavità, ormai completamente assorbita dalla struttura post medievale, è un sito pregno di spiritualità. La cavità è decorata con affreschi databili alla metà del XI secolo, tra cui spicca questa bella deesis. Lo schema è consueto: la Vergine e il Battista, suoi più prossimi parenti umani, adorano la figura di Cristo Re. Nella classicità e compostezza dei volti, le figure, fissate in gesti rigidi, esprimono particolare nobiltà.
Nell’arte in Basilicata, insomma, si cela ovunque il segreto dell’eternità.