Cerchi un itinerario non scontato nelle magie dell’arte figurativa lucana? Partiamo per un viaggio tra Medioevo e Rinascimento: andremo a Rapolla, Melfi, Montescaglioso e Pietrapertosa alla scoperta di affreschi e bassorilievi imperdibili .
Leggi gli articoli di oggi:
- Il polittico di Pietrapertosa, tra luce e “Umbria”
- Nella Cattedrale di Rapolla, i bassorilievi di Sarolo
- Il contrasto negli affreschi di Santa Margherita a Melfi
- La Cripta del Peccato originale “la Cappella Sistina del rupestre”
- “Lucania 61”, opera grandiosa di Levi tra commozione e riscatto
- La biblioteca dell’Abate a Montescaglioso, racconto dotto e misterioso
- Cripta Ferrill0, arte rinascimentale nella Cattedrale di Acerenza
La Basilicata ci conquista con il suo mare, con le sagome appuntite dei suoi monti e con la magia quasi onirica dei suoi borghi. A una cosa a cui, però, non si pensa troppo spesso sono le sue magnifiche opere d’arte.
Alcune sono decisamente “memorabili” come la “Cappella Sistina del rupestre“ o l’incantevole tela di Carlo Levi “Lucania ’61” (entrambe a Matera). Quest’ultima, in particolare, è in esposizione a Palazzo Lanfranchi: si tratta di un capolavoro lungo 20 metri, in cui il protagonista indiscusso è Rocco Scotellaro. Dopo aver goduto della magnificenza di quest’opera, la Basilicata non si sembrerà più la stessa.
Ma un senso simile di grandiosità e, insieme, di straniamento potremo provarlo anche al cospetto dell’imponente e struggente Cattedrale di Acerenza, soprattutto all’interno della sua misteriosa cripta, o nella Cattedrale d’Irsina davanti alla superba statua attribuita al Mantegna, la toccante Sant’Eufemia, patrona della cittadina.
Eppure, forse ci meraviglierebbe sapere che esistono molte altre opere dell’ingegno umano che si nascondono nelle piccole chiese o in spazi talvolta angusti in cui non ci aspetteremmo di veder risplendere – in maniera così netta e caparbia – colori straordinari.
Partiamo, quindi, per un piccolo ma coinvolgente tour nella tra Melfi, Montescaglioso Pietrapertosa e Rapolla.
IL POLITTICO DI PIETRARTOSA
Il maestoso polittico della chiesa conventuale di San Francesco a Pietrapertosa, rappresenta uno dei cardini della stagione rinascimentale in Basilicata. Presenta uno schema classico con l’Eterno in cima e l’Annunciazione nei pannelli superiori.
La composizione presenta un’impostazione quasi dottrinale, con l’asse centrale che prosegue con San Pietro sullo scranno papale e con la statua lignea della Vergine, tramite tra Dio e gli uomini. Continua a leggere a questo link.
IL SENSO DEL GROTTESCO NEI BASSORILIEVI DI RAPOLLA
La storia, a Rapolla, è antica ma le sue evidenze sono state spesso sepolte da diversi movimenti tellurici che, in alcuni casi, ne hanno modificato la percezione. Accade, ad esempio, nella chiesa concattedrale di San Michele che doveva avere, tra XII e XIII secolo, i caratteri della magnificenza. Oggi, di quello splendore sono rimasti i bassorilievi di Melchiorre da Montalbano e Sarolo di Muro Lucano, due dei maggiori lapicidi della Basilicata in epoca federiciana. Tra delicatezza artistica e uno spiccato senso del grottesco. Scopri di più a questo link.
GLI AFFRESCHI DI SANTA MARGHERITA A MELFI
Pochi affreschi congelano lo stupore come “il contrasto dei vivi e dei morti” che si trova nella chiesa rupestre di Santa Margherita, a Melfi. Il meglio dell’arte figurativa pugliese-bizantina si fonde con quella catalana-roussilonese in quest’opera di grande impatto. Le immagini non possono non suggerire decise riflessioni, complici anche un certo senso del macabro. Tra le figure il falconiere si suppone possa essere Federico II, imperatore immobile in un incantesimo senza tempo che ancora dura. Scopri di più a questo link.
GLI AFFRESCHI DELLA BIBLIOTECA DELL’ABATE A MONTESCAGLIOSO
La grande Abbazia di San Michele Arcangelo, che domina il centro di Montescaglioso, è uno dei più importanti monumenti storici del Medioevo lucano. Al piano superiore, si trova uno dei luoghi più misteriosi della Basilicata: la biblioteca dell’Abate. Qui, tra il primo e il secondo quarto del ‘600, l’abate fece affrescare le pareti al di sopra delle scaffalature, secondo un complesso e articolato sottotesto che mette in mostra, a un osservatore altrettanto dotto, una profonda conoscenza non solo della dottrina della fede, ma anche delle lingue antiche, della filosofia e delle tecniche alchemiche.
A partire da un ovale con al centro un verso del Primo Salmo di Davide in lingua ebraica, si dipana un complesso percorso fatto di simmetrie, sequenze e corrispondenze all’apparenza casuali, alternando le figure dei dottori della chiesa a simboli alchemici, filosofi greci a divinità egizie e prosopopee delle virtù, spesso corredate da scritte in latino che si prestano ad ambigue interpretazioni. Vuoi saperne di più? Clicca qui.