Concediamoci un bel viaggio alla scoperta dei parchi lucani. Viaggeremo tra il Parco della Murgia Materana per poi planare come uccelli tra le vette delle Piccole Dolomiti Lucane, sulle cime più alte e aspre del Parco di Gallipoli Cognato. E perché non sostare sulle cime degli alberi secolari? Sono gli alberi padri, andiamo a conoscerli.
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Intrecci di rami che si allungano verso l’alto, geometrie di foglie dipinte come il velo di una sposa gitana, nell’autunno ridente e tronchi solidi a cui aggrapparsi nelle discese più impervie tra i monti. Sono gli alberi, polmoni verdi del nostro pianeta, padri e madri gentili che collezionano i ricordi della nostra storia sotto la corteccia. Silenziosi, rimangono in attesa. Possono essere tagliati o mutilati. Per noi, questo significa rischi idrogeologici, impoverimento dei terreni, inquinamento, distruzione della biodiversità. Eppure, a loro, sembra importi poco come se sapessero che un seme nascosto, scivolato come per caso da qualche parte, sancirà, alla fine, il loro trionfo.
Ubriachiamoci della loro bellezza, piantiamoli, custodiamoli,: dipendiamo da loro molto più di quanto non si creda. Ammiriamo le loro folte chiome perdersi nel cielo e ignoriamo che il vero prodigio è nascosto: sono le loro radici che sostengono la terra.
FANTASTICHE VISIONI NELL’ITINERARIO TRA GLI ALBERI PADRI DELLA BASILICATA
Pescopagano, Castelgrande, Campomaggiore Vecchio, Lagonegro… nascondono meraviglie uniche, così straordinarie da appartenere proprio a tutti: si tratta dei monumentali alberi padri, quelli che custodiscono la storia secolare della Basilicata. Sono giganti verdi che hanno visto passare briganti a cavallo o che sono stati storditi dagli echi lontani del passaggio dei Mille e che, muti, hanno osservato i cieli solcati dagli aerei nella seconda guerra mondiale. Hanno guardato volti lacerati dalla miseria diventare di volta, in volta più paffuti e , sempre, ci hanno riempito l’aria di ossigeno e di bellezza. Scopriamoli in un itinerario magico tutto lucano alla scoperta degli alberi padri. Continua a leggere qui.
LE PICCOLE RISERVE NATURALI IN BASILICATA, GIOIELLI NASCOSTI
Passeggiare a contatto con la natura ci ritempra e ci vivifica, mentre seguiamo corsi d’acqua borbottanti che spariscono nel fitto delle foreste o nelle 5 vivaci riserve naturali che custodiscono misteri e segreti che siamo ansiosi di scoprire… Come la vivace farfalla bramea, a Grotticelle, nei pressi di Rionero, data erroneamente per estinta e che, invece, è viva e fremente in un battito d’ali a pochi passi da noi. Animali e alberi ci aspettano in un sorriso di luce che avvampa tra i rami dipinti e che continuiamo a sognare mentre ci muoviamo verso il parco nazionale più grande d’Italia, il Pollino, disteso come una ninfa tra Basilicata e Calabria e le sue meraviglie svelate senza sforzo a ogni passo.
L’ISTITUZIONE DEL PARCO DELLA MURGIA MATERANA
Da lontano, le pareti calcaree a strapiombo sembrano barriere invalicabili. Si ergono quasi con rabbia tra le distese assolate dei dintorni di Matera, come a moltiplicare l’effetto duro della luce piena di agosto. Tuttavia, quest’impressione è sbagliata. È sufficiente avvicinarsi per accorgersi della vastità variopinta delle erbe rupestri, aggrappate a questi muri naturali. Le inflorescenze offrono un contrappunto gioioso e delicato agli alberi di roverella e fragno.
È soprattutto la moltitudine di fiori tra il viola e l’azzurro che si fanno largo tra le rocce ad attirare la nostra attenzione: sono i fiori della campanula di Puglia, una delle specie simbolo del Parco della Murgia materana. Sembra quasi che ridano.
Poco oltre, nella vasta pianura, ci appare il lino delle fate: è un’erba lunga dalla peluria bianca. Potrebbe essere davvero un regalo preparato per noi dal “piccolo popolo” e ci porta direttamente nella magia del nostro viaggio tra i parchi nazionali e regionali della Basilicata.
Dal Parco della Murgia, istituito il 3 aprile del 1990, per preservarne la bellezza naturale, artistica e storica, ci dirigiamo verso il parco di Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane. Qui lo scenario è lussureggiante.
FANTASIA DI DOLOMITI LUCANE
Le Piccole Dolomiti lucane sono montagne la cui nascita risale a circa 15 milioni di anni fa, al periodo del Miocene. La denominazione “Dolomiti” deriva dalla somiglianza con le più famose cime del Triveneto. In netto contrasto col paesaggio circostante, caratterizzato da forme dolci, queste sono le cime più alte e aspre del Parco di Gallipoli Cognato.
Poggiata sul versante a nord della cresta dolomitica, c’è Castelmezzano, paesino tipicamente medievale le cui abitazioni, molto ravvicinate, sono talvolta costruite sulla roccia nuda.
In direzione sud, invece, lungo la stessa cresta dolomitica e incastonato nella roccia, sorge il paesino di Pietrapertosa.