Seguiamo un itinerario poetico in Basilicata, sulle tracce dei poeti più famosi: da Venosa, cercando Orazio, passando per i luoghi di Scotellaro con la MapMagazine di Typimedia editore fino a Tursi, ispirati da Albino Pierro. Infine saremo nei parchi letterari più famosi della Basilicata. Scopri tutto continuando a leggere.
Leggi gli articoli di oggi:
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La poesia, infatti, è intimamente legata alla Basilicata: poetici sono i paesaggi e lo sono anche i volti delle persone. Si rincorrono in un tempo che si muove eppure è sempre lo stesso, gioiosamente bloccato in uno scenario irripetibile, tra i calanchi, il castello di Lagopesole, le campagne e i picchi aspri di alcuni monti. Per non parlare della muta frenesia della Gravina che abbraccia Matera. Basta un nulla, qui, per scomporci in 1000 frammenti luminosi: ognuno dei quali è un verso, anche se spesso inconsapevole.
Nel 1923 nasceva l’amato Rocco Scotellaro. Ovunque è un fiorire di spettacoli teatrali, mostre e appuntamenti che lo celebrano. Oltre a leggere la sua raccolta di poesie e il suo romanzo autobiografico “L’uva puttanella”, approfondiamo la sua personalità dolce ed eclettica anche attraverso la mappa MapMagazine – Percorso Scotellaro di Typimedia editore che propone un percorso emozionante in 10 tappe che permettono di conoscere più da vicino, attraverso la vita e le opere, un inedito poeta della libertà contadina e per assaporarne la modernità di uomo, di poeta, di scrittore e di politico che ha saputo lasciare una scia dietro di sé come pochi altri.
Oggi, partiamo alla scoperta del bel borgo di Tursi, il paese degli aranci, condotti per mano dal poeta che, anche grazie al parco letterario a lui dedicato, ci viene in mente continuamente con le sue parole lievi e quella malinconia che lo tenne stretto al paese natio per tutta la vita.
Ma la grammatica delle sensazioni non si ferma ancora e ci porta tra i parchi letterari della Basilicata. Sono ad Aliano, illuminato dalle parole di Carlo Levi: “Precipizi di argilla bianca, su cui le case stavano come librate nell’aria” e dalla terrazza “il cielo era immenso, pieno di nubi mutevoli: mi pareva di essere sul tetto del mondo, o sulla tolda di una nave, ancorata su un mare pietrificato”
A Brienza, invece, mentre scopriamo la parte più antica del borgo, ci colpiscono le targhe in ricordo di Francesco Mario Pagano. A lui è dedicato uno specifico parco letterario. Mario Pagano era un idealista, dal grande ingegno e dal grande cuore. Attivo sul finire del 1700, durante la Repubblica partenopea fu presidente del comitato di legislazione. In questa veste, fece abolire le servitù feudali, le tasse su alimenti essenziali come il grano, la pasta e il pesce e fece in modo che fosse garantita nei processi la difesa degli imputati troppo poveri per permettersi un avvocato. Soprattutto, abolì la tortura. Come non rimanere soggiogati dalla sua tempra e dai suoi ideali?
A Melfi, invece, sostiamo davanti a un altro parco letterario dedicato a Federico II. Tutta l’enfasi che accompagna la vita e le opere di questo grande personaggio ci coglie improvvisa come un’onda mentre attraversiamo le sale e gli spazi del castello in un tour fotografico indimenticabile e giochiamo, come bambini, davanti ad alcune statue: tutto intorno a noi è così bello che ci viene una gran voglia di ridere e di danzare.
Infine, cerchiamo la poetessa Isabella Morra, all’ombra del castello di Valsinni.
L’ultima tappa del nostro viaggio poetico è Venosa, patria natale di Orazio. È qui che inizia i suoi studi e si appassiona alla letteratura. “E finché tu puoi/mescola una breve pazzia alla saggezza:/a tempo è dolce folleggiare./“