Brienza è un borgo in provincia di Potenza ricco di storia e cultura, immerso in paesaggi naturalistici incantevoli. Potremo conoscere la figura del giurista Francesco Mario Pagano, al centro del parco letterario a lui dedicato e ammirare la sagoma imponente del castello che ci sorprende con le sue 365 leggende. Partiamo insieme alla scoperta delle meraviglie di questo posto assolutamente da non perdere.
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Brienza è un borgo incredibile a una manciata di chilometri da Potenza, immerso nel verde, tra i monti dell’Appennino Lucano che si allungano verso l’alto sfrecciando con le loro punte ricamate d’alberi, ginestre e arbusti fino alla Campania.
Sopra ogni cosa, il paese è dominato dalla mole imperiosa del Castello Caracciolo, con casupole addossate le une alle altre ai fianchi del colle su cui sorge, come a puntellarlo di magia.
C’è qualcosa in questo scenario fiabesco che ricorda le ambientazioni oniriche de “Il castello” di Franz Kafka.
Difficile sentirsi immuni al suo fascino che aumenta avvicinandosi ad ogni passo sulla rocca.
Il mastio cilindrico e la semi-torre circolare sembrano baluardi inespugnabili e si ha l’illusione che, dietro quelle mura, qualche mistero ancora si celi, tra gelidi ectoplasmi e stanze segrete che si rinserrano prontamente.
Brienza è un paese che attrae già dalla strada, passando in auto, e ancora di più a piedi o in bici, magari seguendo il borbottio del torrente che quasi lo circumnaviga con tenerezza, arrampicandosi tra rocce che sembrano lanciate dai giganti e la fitta vegetazione.
Partiamo alla scoperta di questo borgo incantevole pieno di arte, storia e cultura e dove anche la giustizia sembra ritrovare le sue “maiuscole”.
Benvenuti a Brienza! Questo paese ci accoglie fin da subito con gioia ed è bello perdersi nel dedalo di passaggi, archi e gallerie di Brienza Vecchia, specie quando in estate il borgo si anima con le rievocazioni storiche. Il punto più interessante si trova probabilmente in via degli Archi, un antico passaggio circondato da arcate e case diroccate che conduce a una piazzetta nascosta dove le abitazioni sembrano uscire dalla roccia stessa.
Un ritratto di Francesco Mario Pagano ad opera di Parmiani, presente sul volume “Panteon dei martiri della libertà italiana” (Torino 1851)“La confessione estorta tra i tormenti è l’espressione del dolore, non l’indizio della verità”.
Questa è forse una delle frasi più emblematiche di Francesco Mario Pagano, illuminista italiano e figura chiave della Repubblica napoletana del 1799. Giurista, filosofo e politico, si batté contro la pratica della tortura ma fu ucciso sul patibolo il 29 ottobre del 1799.
Nato nel 1748 a Brienza, in provincia di Potenza, proseguì gli studi a Napoli. Lo studio appassionato dell’ebraico, del greco e del latino lo portarono ad approfondire i classici del diritto e si accostò alla filosofia di Giambattista Vico. Dal 1770 insegnò etica all’Università di Napoli; dal 1785 diritto criminale. Contemporaneamente, esercitava la professione forense accogliendo con estremo favore le idee che da lì a poco si sarebbero diffuse in tutta Europa con la rivoluzione francese. Continua a scoprire il grande giurista burgentino cliccando QUI
Brienza, inoltre, ha dedicato a questa straordinaria figura di uomo e di intellettuale un Parco letterario molto interessante che permette di vagare tra oltre 5000 volumi, molti dei quali appartenuti a Mario Pagano e custoditi nella biblioteca curata dal Centro Studi Internazionale “Francesco Mario Pagano”. Inoltre, è facile lasciarsi commuovere dalla sua vicenda umana e dal suo indomito senso di giustizia mentre si visitano i ruderi della casa natale sulle pendici del castello Caracciolo e i dipinti che lo ritraggano in momenti cruciali della sua esistenza.
Uno dei posti più interessanti per dormire a Brienza si trova nella parte antica: è il B&B La Voce del Fiume, uno dei fiori all’occhiello nell’ospitalità di tutta la regione. Questa struttura, dotata di cinque camere e due suite, volge il proprio sguardo al Castello Caracciolo facendo sognare i propri ospiti, affascinati da quell’aria medievale che agitava i pensieri della stessa Rocchina che sognava, già da piccola, di poter un giorno realizzare questo tipo di opera turistica.