Elenco del collage di articoli di oggi:
- Il Santuario della Madonna di Anglona, la fede che si fonde tra leggenda e devozione
- I Santuari più panoramici della Basilicata
- Il Santuario della Madonna del Pollino
- Il Convento di San Francesco a Tursi
La giravolta del vento che s’insinua tra le mura diroccate dell’ex Convento di San Francesco d’Assisi, a Tursi, accende gli echi di una spiritualità antica riportando in vita, seppur per brevi istanti, le preghiere dei frati che vi vivevano dal 1337. Tra alterne vicende, questo luogo di culto dalla grande importanza culturale e di divulgazione è stato vivo e pulsante fino al 1866 quando la legge contro le corporazioni religiose del regno d’Italia gli diede il colpo di grazia sancendone la definitiva chiusura. Da allora, il convento di San Francesco è un monastero fantasma eppure è un monumento di interesse nazionale nonché uno dei punti panoramici più straordinari su Tursi e la sua Rabatana.
Non tutti i santuari lucani, però, hanno subito la stessa infelice sorte. Molti altri continuano a essere luoghi vivaci di professione del culto cattolico in scenari che sembrano moltiplicare, come in un gioco di specchi, la loro bellezza. È il caso del Santuario dedicato alla Madonna del Pollino che si trova a 1573 metri di altitudine, su un costone roccioso nel versante settentrionale del massiccio del Pollino. Qui, secondo la tradizione, avvenne il miracolo della guarigione di un pastore per opera della Madonna. Eppure, guardandosi intorno, si ha la certezza che non sia questo l’unico miracolo di cui si fa portavoce questo luogo straordinario della fede.
Del resto, una dei denominatori comuni dei santuari lucani sembra essere proprio la posizione panoramica. È proprio la loro collocazione nello spazio a suggerire momenti di misticismo individuale o, anche, di laica meditazione e felicità. Accade, ad esempio, ascendendo al Santuario della Madonna di Viaggiano, al Sacro Monte. Gli occhi si allungano verso vasti orizzonti resi acuminati dalla luce del sole, al tramonto.
Di nuovo, compiendo un itinerario ad anello dei monasteri lucani, torniamo a Tursi. Qui, nella natura selvaggia e carezzevole dei calanchi si allarga il Santuario della Madonna di Anglona: domina la vallata dei fiumi Sinni e Agri. Come un custode, sorveglia il passaggio e la vita dei popoli che si sono succeduti dal XII secolo, periodo a cui risale la sua costruzione, in un abbaglio di contemplazione profonda e torna in mente quel lontano 19 maggio 1901 quando il vescovo Carmelo Pujia incorona la Vergine Maria “Regina di Anglona”.