Ecco il collage di articoli di oggi:
- 10 cose da fare a Campomaggiore
- La ceramica si fa arte al Frantoio di Perna
- Campomaggiore vecchio, un volo sulla Città dell’Utopia
- Il racconto della Città dell’Utopia
Campomaggiore sorge a poco meno di 800 metri sul livello del mare. Le sue case si allargano a scacchiera come grappoli colorati sullo scenario irreale delle Dolomiti lucane. Queste montagne affiorano dalla terra e dalle valli come palizzate gloriose. Guardandole, si ha l’impressione che abbiano assunto nei millenni una forma così aspra al solo scopo di custodire chissà quali segreti. Le geometrie fitte dei loro picchi – a chiunque abbia un po’ d’immaginazione – sembrano suggerire codici alchemici.
A Campomaggiore, questa suggestione sembra prendere ancora più forza. A dispetto delle sue piccole dimensioni – è il borgo più piccolo della Basilicata – già all’ingresso del paese se ne può sentire il respiro di arte, sogno e libertà. Proviene dai suoi tetti spioventi e ancora di più dalle sculture in pietra che disseminano le strade del paese e il parco della scultura.
La gente si affaccia alle finestre curiosa e cordiale; i bambini giocano a pallone per le vie e il dialetto degli abitanti è sorprendentemente diverso da quello dei paesi più vicini: tutto sembra voglia raccontare della straordinaria unicità di Campomaggiore. Scegliere le strade da percorrere è un gioco in cui è impossibile perdersi grazie a spazi costruiti linearmente.
La visita a Campomaggiore prosegue nel paese fantasma che sorge ad appena 5 chilometri. È Campomaggiore Vecchio, ma tutti lo conoscono come la “Città dell’utopia”. I resti degli edifici e delle fontane che furono affiorano come un memento o, forse, come un dovere alla speranza. Perché Campomaggiore vecchio è un sogno infranto, un sogno di uguaglianza e di felicità in cui – parafrasando una vecchia canzone di Giorgio Gaber – “non si poteva essere felici se non lo erano anche tutti gli altri”.
È impossibile guardare queste rovine senza lasciarsi commuovere, senza che qualcosa di simile a un singhiozzo cresca da qualche parte nel profondo di noi. Si ha voglia di lasciare dei fiori in dono questa città che rivive ogni estate in uno spettacolo straordinario di luci e teatro. Ma Campomaggiore è un borgo vitale e bello dove si desidera restare a lungo. La sua eccezionalità rivive anche nel buon olio di montagna che si produce da queste parti e che prende anche una forma artistica nel Frantoio di Perna grazie alle bottiglie in ceramica in cui è conservato.
Perché tutto a Campomaggiore assumere i caratteri della bellezza e dell’amore.