Ecco il collage degli articoli di oggi:
- Il convento di San Francesco, il fascino del sacro e dell’abbandono a Tursi
- Jonio, racconti di mare e di emozioni
- Chierici volanti tra tempeste e raccolti perduti
- Il Sacro Graal a Castelmezzano
La Basilicata è come un’affascinante Shahrazade: promette un racconto e un’alchimia di emozioni diverse ogni giorno, conducendoci nella fantasiosa realtà lucana, pregna di miti, fascinazioni, storie e incantesimi. Ma sa essere anche straordinariamente concreta fino a farci innamorare. Perdutamente.
Ci lasciamo guidare tra le atmosfere struggenti e malinconiche del convento di San Francesco, a Tursi: questo complesso ricorda un’araba fenice dall’infelice destino. Fondato nel 1337, il convento era gestito dall’ordine dei frati Minori Osservanti e fu un centro di grande importanza culturale e di divulgazione. Tuttavia, alla fine del 1700, fu distrutto dalle truppe napoleoniche. I frati fuggirono e il convento andò in rovina. Una nuova vita gli fu data intorno al 1818, ma si trattò solo del canto del cigno: il violentissimo terremoto del 1857, infatti, lasciò illanguidire tra le rovine la sua storia e accrescere il suo fascino.
Castelmezzano, il piccolo e meraviglioso borgo incastonato tra le Dolomiti Lucane, invece, trasuda mistero. Era una delle tappe per i cavalieri che si recavano in Terra Santa per le crociate. Le sue strade, oggi come ieri, si arrampicano in salite strette: sono guardinghe come se nascondessero un segreto. E ne hanno, forse, tutte le ragioni: per alcuni, infatti, qui potrebbe essere celato il Graal, la coppa del sangue di Cristo…
«Monaco saglie, monaco scinne”. Questa formula magica si recitava a Viggiano, il paese dell’arpa e della Madonna Nera. Con questa frase, si racconta che i monaci potessero sollevarsi nell’aria scatenando furiose tempeste con cui distruggevano i raccolti di quanti si rifiutavano di pagare le decime. Una volta, però, questa maledizione si abbatté anche sul campo di una giovane: aveva osato rifiutare le avances del prete. Ma la giustizia trovò comunque il modo di farsi largo e di prendere il sopravvento ponendo fine a questa sventura…
Da uno scenario – e da un racconto – a un altro.
La Basilicata si prende tutto il tempo per illanguidirci e tessere le sue amorevoli trame e i paesaggi marini non sono da meno. Nel libro “Jonio” della scrittrice materana Agnese Ferri, è infatti il mare a scandire i ritmi del tempo e a costruire stati d’animo e situazioni intime e poetiche come un dolce sogno da cui si riemerge solo a fatica. E solo grazie allo splendore della natura lucana.