Ecco gli articoli del collage di oggi:
- 10 cose da fare a Oliveto Lucano
- La Ballata dei Sassi, il romanzo per chi ama la propria terra
- Il misticismo del Santuario della Madonna di Anglona
- Come eravamo – La fontana e gli abiti tradizionali. Sguardi di 100 anni fa
Un caleidoscopio di emozioni. Questo è quello che regala la Basilicata a ogni viandante. Questo è il senso del legame profondo che unisce ogni lucano a questa terra, non appena si va via. Quel qualcosa che ti fa sapere in ogni istante che “nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”, per dirla alla Cesare Pavese ne “La Luna e i falò”. E che è possibile portare con sé, sempre.
Oggi, proviamo a tracciare i contorni di questo viaggio intimo nella Lucania, dove i paesaggi opalescenti e i sorrisi radiosi della gente sono solo frammenti di percorsi interiori che si alternano con la stessa vorace imprevedibilità degli scenari che attraversiamo.
Partiamo dal gorgoglio di una vecchia fontana, ritratta nel volume “Come eravamo – Potenza” di Typimedia editore. Donne in abiti tradizionali ci salutano dal lontano anno 1905. Alcune hanno uno sguardo severo, altre sorridono con una gentilezza che ci ricorda quello rassicurante della nostra nonna preferita. È un invito a “sentire” il viaggio in tutta la sua complessità di fattori, tra passato, presente e futuro. Attraversiamo il centro storico del capoluogo vedendo non solo ciò che è, ma anche ciò che è stato, in una bellezza sfolgorante e inafferrabile.
“Vento in faccia, a superare pietre incerte, tappeti di rosmarino e uno due e tre salti fino all’ultimo centimetro di terra prima del vuoto assoluto, prima del grande spettacolo della Gravina”
Con un balzo siamo a Matera, la splendida Città dei Sassi. Girovaghiamo tra le sue strade antiche afferrando gli odori buoni portati dal vento in una caccia al tesoro che ripercorre le tappe – a tratti oniriche – de “La ballata dei Sassi”. L’epopea di un amore e di un gentile ritorno a casa, in cui le cose non sono mai solamente quello che appaiono ma sono trasfigurate dal senso “tattile” della poesia.
Un viaggio in una terra arcana come la Basilicata porta in sé sempre qualcosa di mistico. Un senso del sacro che ci porta fino a Tursi, nel santuario della Madonna di Anglona, sul monte che domina la vallata dei fiumi Sinni e Agri. Le pietre ancora ricordano il passaggio dei popoli e delle dominazioni che si sono succedute dal XII secolo, periodo a cui risale la costruzione del luogo di culto.
Chiudiamo gli occhi un istante e quando li riapriamo siamo a Oliveto Lucano, nel cuore della regione. Nei pressi, tra i boschi, affiorano le rovine osche del Monte Croccia. Poco oltre, al solstizio d’inverno, si compie il miracolo del sole alle Petre de la Mola con il sole che si incastra tra le mura del megalite: siamo davanti a un potente calendario astronomico di pietra risalente all’età del bronzo.
Ma c’è altro, c’è ancora dell’altro in Basilicata. In questo viaggio onirico non dobbiamo fare altro che guardarci attorno e sfiorare la terra con le dita. Ne sgorgheranno altri racconti e altre storie.