- 10 cose da fare ad Acerenza
- Nel bosco di Acerenza l’incantevole Loggia del Monaco
- Non solo a Natale, il panettone ad Acerenza si gusta tutto l’anno
- I racconti della cattedrale
Acerenza è la Città Cattedrale, un appellativo dovuto alla maestosa imponenza della sua cattedrale. Ancora prima di arrivare ne siamo incantati. Infatti, è uno dei borghi più belli d’Italia.
Dalla strada, dopo aver attraversato foreste e oasi di pace, finalmente scorgiamo l’abitato. Come un nido di aquila, il centro storico è aggrappato alla cima di un monte a oltre 800 metri di altezza. E splende, bello come un grappolo di sole, sopra boschi e vigneti.
Diamo il via all’esplorazione di questo comune, facendoci guidare dalle 10 cose da vedere e da fare ad Acerenza (scoprile qui).
Tra le sue stradine, ci sentiamo scaraventati in un altro tempo, come viandanti in una cittadella medievale fortificata. La sensazione è ancora più netta in estate, l’11 e il 12 agosto, quando si svolge la rievocazione storica “Dai Longobardi ai Normanni” in cui si rivive l’incontro avvenuto il 12 agosto 1061 tra l’arcivescovo Godano e Roberto il Guiscardo.
Accadde davanti alla Cattedrale.
Eccola, l’imponente e maestosa Chiesa dedicata a Santa Maria Assunta e a San Canio. Ci attrae come una calamita. Ha qualcosa di severo che incute timore ma esprime una rara fascinazione. La sua storia millenaria è impressa come un marchio sulla pietra. Custodisce misteri sul Sacro Graal e leggende legate a doppio filo alla Transilvania. La figlia del Conte Dracula, infatti, qui dormirebbe del suo sonno eterno (ascolta il podcast).
Ma Acerenza ha un volto radioso. Basta rivolgere uno sguardo a qualcuno per strada per accorgersene e ritrovarsi a chiacchierare con qualcuno mai visto prima come con un vecchio amico. Non sorprende la voglia di festeggiare qui il proprio matrimonio. Una location interessante potrebbe essere “la Loggia del Monaco”, agriturismo situato nel bosco di Acerenza, con piscina e prodotti locali serviti sulle tavole con maestria.
Un profumo, però, ci distrae: ricorda le arance candite, lo zucchero e il pane… è nell’aria come una carezza la mattina di Natale. Proviene dal laboratorio di Vincenzo Tiri, il maestro del panettone migliore d’Italia. Qui è possibile gustarlo tutto l’anno.