Una donna fatta di tutte le donne. Questo è la Basilicata, una regione materna e protettiva ma anche tenace, volitiva, caparbia, sempre splendida, anche quando è affaticata. Può essere mille cose contemporaneamente, questa regione dal carattere così femminile che sa farsi notare, in un attimo, brillando intensamente per poi nascondersi nell’ombra. È come un vorticare di specchi l’uno di fronte all’altro questa regione e, soprattutto è maledettamente empatica.
Oggi, è la giornata internazionale delle donne, e mai come in questo giorno intendiamo raccontare il nostro territorio facendo appello agli occhi e alle voci di quante lo hanno attraversato e costruito come un complesso apparato radicale che scavi il terreno nel buio della terra solo per sorreggere meglio le rocce e consentire alle chiome degli alberi di muoversi nel vento.
E allora, partiamo dal santuario della dea Mefite, a Vaglio, in località Braida, per svelare il mito della più importante divinità lucana dell’antichità, a metà strada tra Afrodite, Demetra e Persefone. Per seguire questa donna che muta come l’acqua rimanendo sempre se stessa, raggiungiamo Potenza, in un giorno imprecisato dell’oscuro anno 1940, per riconoscerci negli occhi fieri e senza stanchezza della donna ritratta in una delle pagine del libro “Come eravamo” di Typimedia editore dedicato al capoluogo. Incrociamo, ancora, volti e sguardi femminili di ieri e di oggi nel nostro Basilicata post to post: è un modo per ascoltare e comporre in un’unica sinfonia le loro e le nostre voci in un unico luogo in cui presente, passato e futuro accadono contemporaneamente.
Infine, regaliamoci un po’ di leggerezza con gli eventi messi in campo per l’8 marzo e andiamo a teatro, ascoltiamo la musica, visitiamo una mostra, insieme a mamme, sorelle, amiche … perché nulla è più femminile (e lucano) della condivisione.
E se ancora non basta, potremo sempre scoprire vite e pensieri di brigantesse, di giornaliste e di scrittrici senza stupirci troppo se anche il loro filo conduttore – così come il nostro – è legato strettamente alla parabola del sogno: è il minimo che possa capitare in una regione così bella ed ebbra di vita come la Basilicata.