Leggi gli articoli di oggi:
- 10 cose da fare a Matera
- Dalla Puglia alla Basilicata, due itinerari di storia e natura
- La Cripta del peccato originale, la Cappella Sistina del rupestre
- Dieci cose da fare a Irsina
- Cesare Colafemmina ricostruisce la storia di Venosa
Anche in Basilicata c’è un mondo di sopra, che si rivela ai nostri occhi senza sforzo, e un mondo di sotto. Quest’ultimo, si cela sotto cortine d’ombra mascherandosi tra le fessure ricamate sulle pietre sotto i nostri piedi. Ed è qui che i misteri attendono di essere scoperti. Talvolta sono fatti d’acqua e d’ingegno; altre volte, sono sogni d’arte, espressione della venerazione e della muta religione composta di monaci antichi che occupavano gli spazi ipogei.
In questi sotterranei oscuri la luce trova sempre il mondo di entrare e di far rilucere tradizioni e culture che, talvolta, avevamo dimenticate.
Grotte e ipogei, sono “non luoghi” dove si ha l’illusione del tempo che si ferma e ammutolisce e in cui ci si sente avvolti dall’abbraccio rassicurante della terra. Come se nulla ci possa ferire o far male. La stessa sensazione che, forse, hanno provato i briganti rinserrati nelle loro tane o le famiglie contadine di una volta, assiepate con i loro animali nei sottani di Potenza o nelle case grotta di Matera.
Sensazioni e voci che rimangono come calchi sulla pietra dove il fluire della vita, per sottrazione, pare più forte e quindi persino più feroce come un grido accorato, desideroso di sciogliersi in un abbraccio o nel tepore di una risata condivisa.
La Basilicata sotterranea esprime tutto questo e non vediamo l’0ra di scoprirla.
LA MAGIA DEL PALOMBARO LUNGO A MATERA
Il Palombaro Lungo è “la cattedrale dell’acqua”: un’immensa cisterna che si colloca tra i luoghi più suggestivi di Matera. Fu scoperta il 29 novembre 1991 a 15 metri di profondità e ha una capienza di oltre cinque milioni di litri. Visitarla crea un senso di vertigine anche per la presenza di antichi secchi: sono quelli dei materani che tra il 1700 e il 1800 venivano qui nel tentativo di procacciare l’acqua. Un posto magico che racconta il legame della Città dei Sassi con la risorsa più importante del pianeta.
VIAGGIO TRA LE CATACOMBE DI VENOSA
Ci sono dei posti, in Basilicata, totalmente inaspettati e accedervi richiede spesso un certo impegno. Eppure, sono una fonte sicura di stupore e di meraviglia. È il caso delle catacombe ebraiche e cristiane di Venosa, scoperte da Cesare Colafemmina o della chiesa rupestre di Santa Margherita a Melfi : dista solo un chilometro dal paese e i suoi affreschi sono uno spaccato medievale affascinante.
LA CAPPELLA SISTINA DEL RUPESTRE
Il senso del sacro è immanente nella Cripta del peccato originale. I colori che disegnano i 100 affreschi di questo luogo di culto sono stati posti sulla superficie dura della pietra 500 anni prima di Giotto. La presenza dei monaci che li realizzarono è ancora inglobata in questo spazio ricavato a strapiombo lungo un costone di roccia della Gravina di Picciano, a Matera. Non è per campanilismo e neppure un’iperbole il suo appellativo di “Cappella Sistina del rupestre”. Qualcosa di magico e fortemente intimo accade al nostro animo quando vi accediamo.
IL COMPLESSO SISTEMA DEI BOTTINI A IRSINA
Molto interessante è seguire il tracciato del sistema dei Bottini, la canalizzazione delle acque sorgive locali che risale al medioevo. Si trova ai piedi della collina di Irsina e sono lunghi cunicoli percorribili e visitabili su prenotazione. Da non perdere è il Bottino di Contrada Fontana, percorso affascinante composto da una galleria principale e tre tunnel lunghi e stretti.