Leggi gli articoli di oggi:
- Teresa Motta, il coraggio della giustizia
- La testimonianza di Saponara sui campi di concentramento
- La sinagoga più antica d’Europa scoperta a Matera
- Giornata della memoria, a Ruoti il racconto del confino
La giornata della memoria (che si celebra il 27 gennaio) è stata decisa dall’Onu per ricordare le vittime dell’Olocausto; è l’occasione per ragionare sul passato e sul futuro ma anche sulla sconcertante esistenza, oggi, di nuovi ghetti e atrocità. Da sradicare assolutamente.
La memoria è come il flusso di un fiume: ha bisogno di affluenti e voci che vadano a rimpinguare il suo corso, rendendolo – di quando in quando – impetuoso. In caso contrario, il fiume della memoria si affievolisce in rivoli acquitrinosi e, poi, scompare in un letto ormai secco. Per questo, noi di WayGlo riteniamo che la Giornata delle memoria sia una celebrazione importante in cui far confluire alcune delle voci che, sul nostro territorio, permisero la costruzione di palizzate di giustizia. Voci diverse che ebbero il coraggio di essere dissonanti con quella asfittica del monologo predominante e che scavarono solchi dei quali siamo debitori ancora oggi.
TERESA MOTTA, CAREZZE DI LIBRI, MUSICA E CORAGGIO PER I CONFINATI
Lo sguardo fiero e tenace di una donna che riesce a guardare oltre: è quello di Teresa Motta, bibliotecaria nel capoluogo lucano negli anni del secondo conflitto mondiale. E un esempio, straordinario, da non dimenticare mai. Nella provincia di Potenza, infatti, tra il 1940 e il 1943, c’erano molti confinati cui era negato il diritto di leggere, di spostarsi dalla propria “residenza temporanea” e, soprattutto, di avere accesso alle biblioteche. Eppure, la biblioteca provinciale di Potenza era sempre gremita, anche di molti che non avrebbero dovuto esserci, secondo il regime. Tra questi, l’assiduo frequentatore Arthur Neisser, un musicologo ebreo di fama internazionale. Leggeva volumi sulla musica di Verdi, protetto – non si sa bene come – da Teresa Motta. Almeno fino a quando non fu deportato e ucciso ad Auschwitz.
VINCENZO SAPONARA, MAESTRO DELLA MEMORIA
Vincenzo Saponara, maestro di Tito, sperimentò i campi di concentramento e trascorse il resto della spropria vita riflettendo sull’importanza della memoria. Al punto che ne fece quasi una missione, sublimata nella stesura del libro autobiografico “Dietro il recinto di filo spinato. Da Moosburg a Freising: ricordi di un maestro lucano dai campi di concentramento”.
LA SINAGOGA PIU’ ANTICA D’EUROPA
Nel Sasso Caveoso, a Matera, fino al 1500 probabilmente viveva una cospicua comunità ebraica. Furono scacciati dagli spagnoli ma, prima, avevano vissuto tra i Sassi e dato vita a un quartiere vivace e vivo in cui non poteva mancare la sinagoga, luogo di culto centrale e rocchetto attorno a cui s’intrecciano i fili dell’esistenza ebraica. Questa sinagoga, ritrovata recentemente, durante le celebrazioni per Matera Città europea della cultura, è forse la più antica d’Europa.
NEL NOME DEL PADRE, IL RACCONTO DI UN EBREO AL CONFINO IN BASILICATA
Alessandro Baumann era un ebreo di origine ungherese, ma si sentiva un cittadino del mondo. Amava viaggiare, conosceva molte lingue e, soprattutto, amava l’Italia. Qui, visse il dramma del confino a Ruoti, tra il 1940 e il 1945. La sua storia è raccontata dalla viva voce del figlio Alan David Baumann, giornalista e scrittore, in un evento aperto al pubblico e alle scuole. Per volare oltre.