Conosci Montalbano Jonico? Oggi partiamo alla scoperta di questo borgo straordinario, disteso tra le colline e il mare, e immerso nella pace dei calanchi. Scopriremo le 10 cose da fare e da vedere assolutamente a Montalbano Jonico, conosceremo la sua storia e quella di Francesco Lomonaco cui è dedicato un parco letterario.
Leggi gli articoli di oggi:
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Ci sono posti toccati dal sapore salso e carezzevole della brezza del mare e dal profumo dolce della campagna assolata distesa tra panorami unici come i calanchi. Un posto simile è Montalbano Jonico, cittadina di circa 7.000 abitanti tra le vallate dei fiumi Agri e Cavone.
Un posto così articolato, crocevia di strade diverse e diversi panorami offre diverse possibilità di vista che si adattano a qualunque visitatore. Una delle attività da non perdere è certamente passeggiare per il centro storico di Montalbano Jonico. Qui, il tempo sembra seguire fluttuazioni uniche e personali nelle vie silenziose che si dipanano intorno a corso Carlo Alberto con i suoi palazzi nobiliari databili tra il XVI e il XIX secolo. Palazzo Rondinelli, in particolare, è un piccolo gioiellino al cui interno si trovano una piccola pinacoteca e numerosi reperti archeologici.
Ma è facile vagare nei pensieri quando, proprio accanto, ci s’imbatte nell’Arco del Pubblico Orologio: la storica porta di accesso alla città, attraverso la quale si entra nel rione Terravecchia, il cuore più antico del centro storico. Scopri qui le 10 cose da fare e da vedere a Montalbano Jonico.
Al cittadino più illustre di Montalbano Jonico, Francesco Lomonaco, “il Plutarco italiano”, è dedicato un parco letterario d’indubbio interesse. Ma chi era Lomonaco?
Nato il 22 Novembre del 1772 a Montalbano Jonico (Matera), nel cuore dei calanchi lucani, Francesco Lo Monaco dimostrò sin da piccolo di avere una vivissima intelligenza e una passione per le arti letterarie, padroneggiando già da adolescente le lingue classiche, il francese, la filosofia e il diritto, eccellendo anche negli studi di fisica e matematica e cimentandosi con idiomi complessi come l’ebraico.
Nel 1790, diciannovenne, si trasferisce nella capitale del Regno per proseguire gli studi accademici. Nel giro di tre anni consegue la prima laurea in medicina (1793) e, tre anni dopo, quella in giurisprudenza, studiando presso un altro grande lucano, Francesco Mario Pagano, nativo di Brienza (PZ).
Negli ambienti intellettuali e borghesi napoletani di quegli anni trovano terreno fertile gli ideali dell’illuminismo, che Francesco aveva già assorbito dal padre durante la giovinezza, dando vita ad un forte movimento giacobino cui egli aderisce, forse già partecipando alla fallita congiura del 1794. Certamente è protagonista attivo della Repubblica Partenopea del 1799, traducendo il Contratto Sociale di Jean-Jacque Rousseau e De’ Diritti e doveri del Cittadino di Mably, corredato da una sua brillante prefazione. Sfuggito miracolosamente all’assedio di Castel Sant’Elmo e alla feroce repressione borbonica, si rifugia prima in Francia e poi a Milano, dove si stabilisce. Da qui pubblica quella che è considerata la più vivida cronaca della vicenda del 1799, il Rapporto al cittadino Carnot (1800), ispirando il poemetto Il trionfo della libertà di un giovanissimo Alessandro Manzoni, che gli dedicherà anche un sonetto e che resterà suo amico fino alla morte. Continua a leggere qui.
Non si può, però, conoscere Montalbano Jonico senza apprezzarne il suo valore storico e culturale. Questa cittadina, infatti, ha origini antichissime che si perdono probabilmente nella notte dei tempi, fino a tornare al IV a.C.
Il comune, con la sua particolarità paesaggistica e la sua storia, racchiude in sé l’essenza della collina materana, dai suoi quasi trecento metri d’altitudine. Dalla combinazione dei vocaboli latini “Mons” (monte) e “Albius” (chiaro), è da qui che si pensa derivi la sua denominazione, che farebbe pensare subito all’argilla bianca, tipica del paesaggio aspro in cui è immerso il paese.
Montalbano Jonico ha attraversato secoli di storia e di cultura lucana sin dall’epoca ellenistica. Dal ritrovamento delle famigerate tavole di Heraclea, un unicum di straordinaria importanza per la ricostruzione delle istituzioni magno-greche, quella popolosa cittadina è passata anche in epoche successive sotto al giogo feudale, una sorte toccata a molti comuni dell’entroterra lucano, dalla quale si è liberata prendendo attivamente parte al movimento antiborbonico. Ma queste sono solo alcune delle tappe salienti dell’avvincente storia di Montalbano. Continua a leggere qui.
Infine, come non perdersi negli scenari mutevoli e straordinari dei calanchi? Montalbano, infatti, è adagiato sulle formazioni della Riserva regionale dei calanchi ed è la porta d’accesso ideale per esplorali. Potete farlo in sicurezza grazie al CEA I calanchi, centro di educazione ambientale che propone percorsi alla scoperta dei luoghi più suggestivi della riserva, come lo sperone roccioso Tempa Petrolla e le Appiett, antiche mulattiere che attraversano i calanchi. Un viaggio straordinario. Continua a leggere qui.