“Io non ho paura”, ma lei è sempre la Leonessa di Melfi
Istantanea dagli anni ‘30, gli incontri a Piazza Prefettura
Il parco urbano delle Cantine a Barile, dove Pasolini raccontò Gesù
Il sole che batte su Piazza Mario Pagano, in un giorno di primavera nella prima parte del 1900. Bambini che corrono all’inseguimento di palloni – veri o solo immaginati – mentre gli adulti conversano e si scambiano piccole informazioni quotidiane. È solo una delle tante istantanee (pubblicata nel volume “Potenza – come eravamo” di Typimedia editore) che danno vita al complesso collage delle nostre esistenze, in Basilicata.
Oggi, proviamo a raccontare la Lucania con le immagini – a colori o in bianco e nero – che la vivificano imprimendola più forte nella memoria, attraverso l’arte di maestri della fotografia o del cinema in luoghi iconici.
Partiamo dal giallo accecante del grano che sta per essere trebbiato sul finire della primavera a Leonessa di Melfi. La voce di uno spaventoso Diego Abatantuono risuona, insieme alle risate dei due bambini protagonisti del film di Gabriele Salvatore, “Io non ho paura”, girato proprio qui, in una Basilicata dalla disinvolta bellezza.
Proseguiamo a Barile, verso il parco urbano delle cantine, dove si è mossa la cinepresa di un immortale Pier Paolo Pasolini in scenari che farebbero la gioia anche di un Bacco tra sentori di vino, terra e lavoro umano.
Ad Aliano, invece, partiamo insieme ai picari di “Basilicata coast to coast” in un viaggio anche interiore che attraversa la sfuggente atmosfera dei calanchi. Prima, furono immortalati da Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli” e in tele che restituiscono colori e impressioni con una vividezza forse maggiore persino di alcune storiche fotografie di Henry Cartier Bressons…
Un viaggio in Lucania è come una lunga ipnosi lirica che ci sostiene ad ogni passo, portandoci a vivere un sogno (in una notte) di fine estate di impareggiabile gioia.