Il castello di Melfi, fortezza del Vulture
Dove volano i rapaci: birdwatching nella terra dei nibbi
Voli di uccelli liberi planano sui social
Planiamo sulla sagoma rettangolare del castello di Lagopesole. Sotto di noi, boschi d’acquerello si agitano lievemente; il vento che scivola sotto le penne ci mantiene sospesi in volo un attimo prima di scendere in picchiata tra i campi coltivati, a vite e a grano: dopo, troveremo il ramo di qualche albero odoroso di acacia su cui sostare.
Attraverso gli occhi acuti di un nibbio ogni cosa è ridimensionata. Agglomerati urbani e strade sono fratture nell’ambiente che si superano in un balzo. Il sublime è a portata di mano o, meglio di ala.
La Basilicata è la terra dei nibbi reali: ospita circa la metà della popolazione italiana di questi accipitridi, uccelli rapaci belli e affascinanti. È facile incontrarli persino a Potenza. D’estate rimangono immobili in attesa della preda, lungo il vallone Santa Lucia e diventano depositari dei segreti e delle speranze di chiunque li osservi.
Oggi, proviamo a seguirli attraverso percorsi inconsueti e magici.
Potremo, così, aprire le porte nelle stanze segrete di Federico II, nel maniero di Melfi, nel XII secolo, e ascoltare dalla sua viva voce perché il Vulture è la zona d’elezione per i suoi studi sull’avifauna. Dopo, potremo allargare le ali che abbiamo tatuato sulla schiena per raggiungere i nidi del falco pellegrino sulle rocce carsiche, nel parco del Pollino e in quello dell’Appennino Lucano o potremo lasciarci benedire sulle strade dei rapaci dall’ombra inattesa di un colossale grifone. E se ancora non abbiamo ben chiare le fattezze di falchi e nibbi, ci daranno senz’altro una mano le immagini raccolte sui social, magari seduti a un tavolo alle Masserie del falco, a Forenza.
Chiudendo gli occhi, tra un sorso di vino e l’altro, sentiremo la pelle incresparsi sotto il peso di una consapevolezza nuova che ci renderà ebbri di vita: in Basilicata è possibile persino volare.