Il Basento è il fiume più lungo e iconico della Basilicata. Attorno a lui sono cresciute strade, città, ferrovie e zone industriali che ne hanno, spesso, modificato l’identità. Secondo alcune vecchie leggende che si ripetono identiche in moltissime parti d’Europa, i fiumi raccoglierebbero i pensieri e la memoria di quanti li hanno attraversati, come se nel loro gorgoglio si ripetessero, mescolandosi infinitamente, le voci di migliaia di esseri umani e di ricordi.
Non sono che storie, eppure non si può fare a meno di attribuire al Basento una qualche saggezza. Succede, ad esempio, quando si percorre il parco fluviale, a Potenza, per una semplice passeggiata. Qualunque matassa aggrovigli i nostri pensieri troverà, qui, il modo di sciogliersi. S’intuisce attraverso le immagini che ritraggono quest’area verde cittadina nel nostro Instaway e che sono capaci di infondere un senso di quiete.
Ma non è solo la natura a regalarci la tranquillità, all’interno di questo spazio è anche la cavalcata nella storia a dare vigore e lucidità ai nostri pensieri. Passeggiare qui, infatti, è fare un viaggio nel tempo, a volte persino meglio di quanto potremmo fare a bordo della DeLorean di “Doc” e Marty in” Ritorno al futuro”.
La contemporaneità, con toni vagamente surreali, è rappresentata dal ponte Musmeci che solca il fiume e possiamo vivere, insieme, il giorno della sua prova di carico, davanti a un emozionato Sergio Musmeci.
Poi, lo scenario muta. Spariscono le automobili, i palazzi e le strade e siamo catapultati lungo il Basento intorno al IX– X secolo, quando tutto era ammantato di boschi e campagna. A quell’epoca, infatti, risale la costruzione di un altro dei simboli del capoluogo: la torre Guevara, ciò che resta dell’antico castello cittadino. Secondo la tradizione, la pietra con cui è stata costruita proverrebbe proprio dal letto del Basento …
Qualche altro passo ancora e giungiamo davanti al Ponte San Vito, di epoca romana. Quando questa infrastruttura era in costruzione, si racconta che sia avvenuto il martirio di Sant’Aronzio, il primo patrono di Potenza. Le acque del fiume, allora, si tinsero di rosso mentre, sulla terra, fiorivano le ginestre…
Leggende, fantasia. Verità. Il Basento è il testimone della nostra storia e l’accompagna, modellandola in maniera lenta ma definitiva, come solo l’acqua dalla notte dei tempi sa fare. Seguire la sua corsa, a volte impetuosa, a volte imbronciata e refrattaria, significa poter scavare nel tempo e in noi stessi. Ovviamente, attraverso paesaggi memorabili.