Oggi è la giornata della memoria, una memoria che riguarda ognuno di noi. Una memoria che attraversa i decenni ma non imbianca, e non deve farlo. Anche noi di Wayglo ci uniamo a questa riflessione collettiva. Lo facciamo dando spazio alla speranza che ha infuso bellezza e identità nuove, laddove ogni cosa sembrava desertificata.
Come ha saputo svelare Vincenzo Saponara, un maestro di Tolve deportato nel campo di concentramento di Moosburg (Germania). Alla ferocia dell’annientamento nazista, ha resistito aggrappandosi alle parole e a una stufa, che ha scaldato la sua anima e quella dei suoi compagni di prigionia quel tanto che bastava per resistere, volgendo lo sguardo oltre. Impossibile, poi, non ripercorrere la storia di Carlo Salinari che, dopo aver pianificato l’attentato di via Rasella, seppe sopportare le torture atroci della banda Koch nel carcere di via Tasso, a Roma, e si salvò da morte certa grazie al sabotaggio del camion che lo stavo conducendo alla fucilazione. Ma come non ricordare anche quell’ansia di vita e di giustizia che ardeva negli occhi di Teresa Motta, bibliotecaria di Potenza? Regalava calore a tutti i confinati in Basilicata, tra cui il musicologo ebreo Artur Neisser. Ci piace pensare che quest’uomo colto sia fuggito ovunque desiderasse mentre leggeva i libri nella Biblioteca provinciale del capoluogo prima di essere vergognosamente deportato ed ucciso ad Auschwitz.
Da Potenza, la via della speranza ci porta fino a Matera, finalmente libera dal nazifascismo o ad Aliano dove Carlo Levi partì per sostenere nuove coscienze e nuove opportunità in Basilicata. Ma la memoria è una cosa viva e non può essere altrimenti se non si vuole perderla.
Lo dimostrano le iniziative portate avanti all’istituto Berardi Nitti di Melfi i cui studenti hanno incontrato in videoconferenza Pupa Garribba, bambina ebrea ai tempi delle ingiuste leggi razziali, o a Maratea in un incontro con i ragazzi delle scuole attraverso il racconto delle storie dei militari internati nei lager nazisti all’indomani dell’8 settembre e, non da ultimo, l’evento tra Carlo Levi ed Elisa Springer a Palazzo Lanfranchi, a Matera. Perché non c’è modo migliore di opporsi alla sistematica demolizione di uomini e donne che tessere trame di ricordo, condivisione e di speranza.