Ritratti di gioia, sulle vie della transumanza lucana
La leggenda della costellazione dei ladri
10 cose da fare e da vedere a Castelsaraceno
“A Rimissa” di Rotonda: sapori contadini a centimetro 0
C’è un modo antichissimo di praticare l’allevamento, nutre i territori e le persone. Rispetta gli animali, e contemporaneamente, consente di guardare a fondo la propria anima, senza averne paura. Cullandola – piuttosto -come fosse il sonno di un bambino. È la transumanza, la migrazione stagionale delle greggi e delle mandrie, considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
In Basilicata, questa tradizione ha forgiato il territorio, ha scavato strade e tratturi e ha affinato usanze e riti che permangono da secoli, come i riti arborei e il carnevale.
Oggi, partiamo di buon mattino. È l’alba, l’aria è fresca e le palpebre sono ancora stropicciate. Ci accolgono festosi i suoni dei campanacci delle vacche e il belare giocoso degli agnelli. Gli odori ci sembrano più forti e la gente che è con noi, nonostante l’ora, ci sembra simpatica fin da subito. Qualcuno addenta un pezzo di caciocavallo. Una mucca podolica ci si accosta: ne accarezziamo il bel muso. Il viaggio comincia.
A Castelsaraceno, ci inoltriamo con gli animali nella faggeta di Bosco Favino. Le foglie, in questa stagione, sono smeraldi brillanti. Più tardi, visiteremo il museo della pastorizia. Dopo questa esperienza, potremo coglierne tutti i dettagli con maggiore consapevolezza. Tra pochi giorni, poi, inizieranno i festeggiamenti per la ‘Ndenna, il rito propiziatorio della fertilità: non vogliamo perderlo. Intanto, però, ne respiriamo la frenesia che già pervade il borgo.
Nella giornata che scorre, ci tornano alla mente le immagini scattate durante la transumanza tra la Murgia Materana e l’Appennino lucano, pubblicate su Instagram. Ci piace sentirci parte di questo rito collettivo che ci unisce ai nostri antenati. Quasi come se, ora, fossimo legati a loro e li ascoltassimo mentre ci narrano le loro storie, nel buio della sera. La loro voce risuona bassa tra i boschi e le vette del Parco del Pollino portando alle nostre orecchie la leggenda della costellazione dei ladri, tramandata oralmente dai pastori che facevano la transumanza tra Basilicata e Calabria.
A Rotonda, ci fermiamo per una pausa mangereccia più sostanziosa presso il ristorante “a Rimissa”. È una struttura antica. In passato era una stalla per i cavalli dei viandanti, quando queste vie erano percorse da centinaia di capi durante le migrazioni stagionali.
Alla fine di questo itinerario, ci sentiamo persino più belli e lo sono anche tutti gli altri. Il nostro sguardo è già cambiato. Per la prima volta, oggi, ci torna alla mente il nostro telefonino. In questo viaggio tra cielo, erba, boschi e animali lo avevamo dimenticato.
Questa esperienza meravigliosa potremo riviverla pienamente il 4 e il 5 giugno 2022 con un cammino ad hoc sulle vie della transumanza lucana, da Tolve a Tito…