Ecco il collage di articoli di oggi:
- La villa Romana Malvaccaro, storia, arte e fascino a Potenza
- Grumentum, meraviglia di una città antica
- Museo Mario Torelli, il museo archeologico nazionale di Venosa
- L’eredità delle Ville Romane di Oppido
In Basilicata, Roma ha forgiato spazi, modellato strade e acquedotti, inglobato arti, culture e lingue preesistenti – tra cui quella osca – facendole diventare parte dell’impero più iconico dell’Occidente.
È accaduto qui, in Basilicata, dove ancora oggi le tracce di quell’antico passato sono evidenti. Affiorano tra i mosaici di eleganti domus patrizie, in cui al culto della dea Mefite lentamente è subentrato quello delle Grazie o di Eracle.
Anche l’effigie di Apollo e quella degli altri dei prendevano il loro spazio all’interno delle abitazioni lucane di 2000 anni fa e ora le ritroviamo nei musei: sono i tratti della Basilicata romana che scopriamo muovendoci in un viaggio nel tempo tra le meraviglie di Oppido Lucano, Grumento Nova, Venosa e Potenza.
Grumentum era un importante snodo commerciale e militare. Vi passavano alcune strade consiliari. La bellezza del territorio e la disponibilità di acqua, probabilmente, la rendevano particolarmente interessante agli occhi dei romani che qui fecero costruire un foro, dei templi, delle terme e un anfiteatro dalla forma ellittica: uno degli esempi più antichi in muratura oggi conservati.
Non distante e coeva era la vicina Venusia. La città era famosa anche per la produzione del vino (il famoso Falerno). Qui, la romanità antica traspare nel centro storico, nei presi di quella che probabilmente fu la casa in cui nacque il poeta Quinto Orazio Flacco. “Carpe diem” sembra di udire tra queste strade: è un monito per non perdere nessun aspetto della meraviglia di questi luoghi che risplende evidente in tutta la sua forza nel museo Mario Torelli, ubicato nel castello di Pirro del Balzo. Epigrafi, reperti funerari, ceramiche, ornamenti e armi quasi ci assalgono con il fascino della loro storia mentre la bella testa marmorea e riccioluta di Diadumeno ci fa innamorare.
Appena fuori da Oppido Lucano, invece, in uno scenario arroccato e diruto , ciò che resta delle belle dimore romane ci osserva ammiccante, tra impianti termali e il sistema di cisterne per l’approvvigionamento dell’acqua e i bei mosaici oggi superbamente conservati nel Museo Archeologico di Muro Lucano.
Infine, andiamo a Potenza, ma rimaniamo distanti – per il momento – dal suo centro storico, centro propulsore – ieri come oggi – della vita economica e culturale cittadina per arrivare in una zona relativamente periferica, nel quartiere Poggio Tre Galli, dove non ci facciamo cogliere impreparati dalla bellezza dei mosaici della villa romana di Malvaccaro. Nell’ampia sala di pranzo dove i commensali di 2000 anni fa mangiavano pranzi a base di grano e lenticchie, si mostra il mosaico che incornicia i volti delle tre Grazie all’interno di una sorta di medaglione. Aglaia, Eufrosine e Talia erano le divinità legate ai culti della terra e della natura ed erano anche dispensatrici della gioia di vivere.
Il nostro viaggio romano in Basilicata, per il momento, si ferma proprio qui, di fronte a questa espressione dello splendore antico. Scorre nelle nostre vene ricco, meticcio d’incontri e culture, di popoli e di tradizioni.