Partiamo alla scoperta dei borghi dalla bandiera arancione in Basilicata quest’anno arricchiti anche da Castelsaraceno, la new entry fortemente voluta dal Touring Club. Andremo anche ad Aliano, a Sasso di Castalda e a San Severino Lucano.
Leggi gli articoli di oggi:
- Castelsaraceno, paradiso di adrenalina, tradizioni e natura
- 10 cose da fare e da vedere a Caslsaraceno
- 10 cose da fare a Sasso di Castalda
- La giostra più lenta del mondo a San Severino Lucano
- Viaggio onirico ad Aliano, tra un post e l’altro
- Il sacro Graal a Castelmezzano
La Basilicata è una terra dai colori sgargianti: il blu delle sue acque cristalline, il giallo del grano, il colore sfumato ma accecante dei calanchi, il verde dei boschi… Ciò che non tutti sanno è che la Lucania è anche una regione dall’arancione vivo. Sono molti i borghi lucani, infatti, fregiati della bandiera arancione, il prestigioso riconoscimento assegnato dal Touring Club Italiano ai borghi eccellenti dell’entroterra. A patto che siano rispettate alcune caratteristiche in termini di conservazione, paesaggio, natura e cultura.
Oggi, ci mettiamo sulle strade di questi borghi alla ricerca di scenari incantevoli che in ogni momento ci ricorderanno di quando, da bambini, ci sentivamo protetti e, insieme, ardimentosi, sulle spalle del nostro papà.
Iniziamo il tour a Castelsaraceno, l’ultimo borgo lucano in ordine di tempo ad essere stato insignito del prestigioso riconoscimento. Qui, abbiamo modo di essere sospesi nella magia del ponte tibetano più lungo del mondo, avvolti nell’abbraccio di una natura raggiante e incontenibile che ci chiede solo di essere contemplata e amata con rispetto. Questo abitato, fortemente apprezzato dal Touring Club, trova sempre più spazio nelle pagine di riviste e giornali che così lo descrivono: “Ad onor del vero, Castelsaraceno andrebbe visto a prescindere. Siamo nel cuore della Basilicata più verde ed amena, quella che racconta le tradizioni dei territori e di gente fiera”.
Proseguiamo il nostro viaggio tra le bandiere arancioni lucane a Sasso di Castalda. Non siamo ancora arrivati in paese che già un vento fresco ci solletica le braccia: è il respiro vitale delle faggete millenarie attorno all’abitato a quasi 1000 metri d’altitudine. Sasso è il paese dei sentieri. Li percorriamo tutti, senza fretta, partendo dal sentiero Frassati. Poi, senza neppure sapere come, ci ritroviamo con il cuore che batte all’impazzata sul Ponte alla Luna, il ponte tibetano più lungo d’Europa. Decisamente, questo posto ci offre un ventaglio di possibilità ed esperienze avvincente (leggi le 10 cose da fare a Sasso di Castalda).
Ma il nostro viaggio prosegue verso un altro borgo: San Severino Lucano con la sua giostra più lenta del mondo…. Prendiamoci tutto il tempo. A 1000 metri di altitudine non soffriamo di vertigini, piuttosto, ci sentiamo parte di un cosmo infinito mentre i nostri pensieri fuggono in direzioni che non avremmo mai neppure osato sperare, liberi come noi, ora, sospesi a mezz’aria su questa giostra tutta nostra dove ogni giro dura un quarto d’ora. Con i piedi a penzoloni sui monti (leggi qui l’articolo).
Attraversiamo anche Castelmezzano, fatto di incantesimi che ci rimandano alla memoria del mago Ferramosca, per perderci tra le sue leggende che ci ammaliano e ci incantano quasi quanto la bellezza di questo luogo sospeso tra i monti delle Dolomiti Lucane. In particolare, indugiano su antiche storie che raccontano delle gesta dei Templari e del Sacro Graal.
Attraversiamo come in un sogno anche Guardia Perticara con le sue case di pietra. poi, procediamo verso Valsinni. Lo facciamo in risposta a un richiamo. È nella mente, una voce di donna che proviene dal castello. Non troviamo nessuno ma ci tornano alla mente i versi di Isabella Morra, la poetessa triste, rinchiusa in questo maniero. Fu massacrata dai suoi fratelli. Vorremmo lasciarle un fiore, da qualche parte sulle pietre. Ma, alla fine, optiamo per un semplice verso silenzioso e intimo che ci frulla nella mente: siamo certi che il suo spirito saprà apprezzarlo
Infine, arriviamo ad Aliano: la nostra ultima tappa. Ci troviamo qui per la prima volta, eppure ci sembra di esserci sempre stati. Il merito è di Carlo Levi, dei suoi scritti indimenticati e delle sue tele. Questa terra ci aspettar da sempre. Ne sentiamo il legame mentre scorriamo per le sue strade, tra le ombre di “Cristo si è fermato a Eboli” e dei suoi paesaggi infiniti e laceranti che riviviamo nelle immagini scattate da anonimi viandanti e postati sui social: che incredibile bellezza!