Partiamo alla scoperta dell’acqua in Basilicata: andremo a San Fele a vedere belle cascate, in Val d’Agri tra fiumi e acquedotti e scopriremo antichi rituali di corteggiamento davanti alle fontane.
Leggi gli articoli di oggi:
- Le cascate gemelle di San Fele
- La fontana dell’amore a Matera
- L’acqua del Vulture, freschezza del territorio
- Il legame dei paesi della Val d’Agri con l’acqua
- Il mistero del Santuario della dea Mefite
La pioggia sta arrivando. L’abbiamo sognata a lungo, nel corso di quest’estate che… non è ancora finita! Per questo, complice le temperature gradevoli ma decisamente più basse che si profilano all’orizzonte nei prossimi giorni, regaliamoci un tour alla massima “idratazione” alla ricerca della ricchezza maggiore della Basilicata: l’acqua.
Andremo in giro per la regione omaggiando antiche divinità acquatiche e assaggeremo l’acqua buonissima che zampilla dalle fresche sorgenti del Vulture.
La prima tappa del nostro viaggio non può che essere Serra di Vaglio, a una decina di chilometri da Potenza, dove sorge il suggestivo Santuario federale della dea Mefite.
In questo luogo, tra il IV e il VI sec. a.C. convergevano i Lucani da ogni dove per pregare, fare offerte, sviluppare i propri affari oppure per prendere accordi politici e militari, sotto gli occhi vigili e intensi della statua della dea delle acque, sintesi perfetta tra la bella Afrodite, la materna Demetra che cura la terra, e la terrificante Persefone, regina degli inferi. Un inno alla vita nella sua complessità e al suo prosperare ed evolvere. Di grande impatto.
Proseguiamo il nostro viaggio verso la zona del Vulture dove sgorgano le sorgenti limpide dell’acqua fresca, corroborate dalla dolcezza del vulcano addormentato per sempre. A una trentina di chilometri da qui, si trovano le cascate di San Fele: i salti blu sembrano fatti apposta per dare rifugio alle fate e noi possiamo partecipare a tutta questa bellezza con una semplice passeggiata. Vuoi saperne di più? Clicca qui.
La terza tappa del nostro viaggio e la Val d’Agri, disegnata dall’idrografia dell’Agri, il secondo fiume della Basilicata per lunghezza, ma il primo per portata idrica. Anticamente era chiamato Akiris, che in lingua osca significa fiume navigabile. Nasce tra le pieghe della serra di Calvello e attraversa la regione fino al Mar Jonio. Tra panorami mozzafiato. Vuoi saperne di più? Leggi a questo link.
Infine, andiamo a Matera. Seguire il corso del torrente Gravina è affascinante ma lo è anche sostare a lungo davanti alla “fontana dell’amore”, un’opera scultorea di Domenico Sepe. Le figure di due donne e tre uomini raccontano di un tempo lontano, quando il gorgoglio dell’acqua accompagnava i silenziosi rituali di corteggiamento dei più giovani. Stando in attesa, non potrete fare a meno d’incappare in una coppia romantica e, magari, in una gioiosa richiesta di matrimonio. Volete sapere quando sono state inaugurate queste sculture? Leggetelo nell’almanacco di Wayglo.