Conosci Tramutola? Questo borgo della Val d’Agri è un posto affascinante e oggi partiamo alla sua scoperta tra antichi palazzi nobiliari, leggende, affreschi e molto divertimento con l’Acquapark.
Leggi gli articoli di oggi:
- 10 cose da fare e da vedere a Tramutola
- I borghi della Val d’Agri e il legame con l’acqua
- Il miracolo della pioggia, Tramutola salvata dalla Madonna
- Acquapark in Basilicata, alla ricerca del divertimento nei parchi acquatici
- Basilicata coast to coast
Nel territorio della Val d’Agri, a 650 metri d’altitudine, sorge Tramutola. Rispetto ad altri centri del circondario non è molto antica ma il suo fascino è innegabile e deve la sua fortuna a un solido e collaudato legame con l’acqua.
Il nome “Tramutola”, infatti, significa letteralmente “terra imbevuta d’acqua” e il legame con questa risorsa traspare facilmente girovagando nei dintorni dell’abitato e tra i vicoli dove fanno bella mostra di sé antiche fontane in cui, un tempo, la gente del luogo si fermava a conversare.
Questo paese di oltre 2000 abitanti, però, è anche un luogo in cui affiorano leggende e sono molte le meraviglie nascoste che si rivelano dietro piccole porte; è il caso della chiesetta della Madonna di Loreto che custodisce affreschi meravigliosi come la “Madonna del latte” del 1400.
Tuttavia, Tramutola è anche un paese in cui stupiscono le infiorate allegre e colorate e ci si ferma volentieri, in autunno, per degustare una castagna saporita conosciuta con il nome di “munnaredda”, varietà squisita e molto semplice da sbucciare in onore della quale prende vita, ad ottobre, una variopinta sagra.
Insomma: Tramutola è un piccolo paese in cui fermarsi a lungo per lasciarsi stupire ed ammaliare.
Per le viuzze del centro storico, ad esempio, capita di imbattersi nei portali e nei loggiati degli antichi palazzi nobiliari risalenti al XVIII secolo, con particolari statuette di donne incastonate su balconi e finestre, a simboleggiare la fertilità. (Scopri di più leggendo l’articolo sulle “10 cose da fare e da vedere a Tramutola”. )
Le architetture religiose sono le opere di maggiore spicco di Tramutola. Tra le più interessanti spicca la chiesa madre, dedicata alla Madonna dei Miracoli. Al suo interno c’è un Polittico del 1569<ù attribuito ad ùAntonio Stabile ùe una preziosa statua della Madonna dei Miracoli(XV sec.) che ricorda il provvidenziale miracolo della pioggia avvenuto nella primavera del 1853, dopo un lungo ed infausto perio0do di gravosa siccità. Scopri qui i dettagli del miracolo della pioggia.
credit: pagina Facebook Acquapark Tramutola
Tuttavia, sarebbe sbagliato pensare a Tramutola unicamente come un piccolo borgo privo di grandi attrattive per i più giovani. Soprattutto d’estate, infatti, con l’arrivo della canicola questo luogo della Val d’Agri può offrire un fresco divertimento con l’Acquapark che attira viandanti in cerca di svago da tutta la regione e non solo. Scivoli e giochi, per bambini e adulti, sono indubbiamente le attrazioni che non possono mancare per trascorrere una giornata spumeggiante! Scopri di più sull’Acquapark a questo link.
Infine, se Tramutola deve il suo nome e la sua identità al legame con l’acqua può essere interessante partire proprio da qui per un tour atipico in Val d’Agri, territorio che deve il suo nome proprio al fiume Agri, il secondo della Basilicata in termini di lunghezza, ma il primo per ricchezza d’acqua. Anticamente era chiamato Akiris, che in lingua osca significa fiume navigabile. Nasce tra le pieghe della serra di Calvello e attraversa la regione fino al Mar Jonio.
Il suo corso attraversa una valle rigogliosissima, ricca di prodotti tipici eccellenti dell’enogastronomia lucana e di borghi che offrono interessanti opportunità di visita. Il suo bacino è alimentato da fiumi e torrenti, risorsa primaria per i paesi dell’alta valle, che con l’acqua hanno stretto un rapporto di simbiosi, particolarmente evidente in alcune opere e manufatti. Partiamo alla scoperta di leggendarie sorgenti come la Sorgitora , tra fenomeni carsici e lo scenografico Acquedotto dell’Agri, imponente opera ingegneristica di 300 chilometri risalente all’epoca fascista, che termina alla fontana di Scanzano Jonico, su cui sono scolpite le parole “Ave aqua, fons vitae, morbis inimic“.