- 10 cose da fare a Pomarico
- Costò 40 ducati il capolavoro di Ferro, manifesto francescano
- San Michele e il miracolo del grano nella festa di Pomarico
- La casa del miracolo
Tra boschi e campi coltivati, tra i fiumi Bradano e Basento, emerge chiaramente la sagoma di Pomarico. È su un colle a 454 metri sul livello del mare. C’è qualcosa di festoso nella sua figura immersa nel paesaggio, qualcosa che ci fa venire in mente la raggiante polifonia della “primavera” di Antonio Vivaldi. La luce accecante dell’estate, invece, ci suggerisce note della sua “estate”. Non facciamo in tempo a domandarci il perché di questi continui rimandi al grandioso musicista che subito qualcuno ci suggerisce che il nonno e la madre di Vivaldi avevano origini pomaricane. Ecco tutto spiegato l’armonia nel sangue, dai panorami alla musica.
Del resto, “Pomarico” deriva da “pomaricus locus” o “pomarium”, che significa frutteto.
Entriamo nel borgo da Corso Garibaldi, con la bella Chiesa di Sant’Antonio da Padova e ciò che resta del convento dei riformati. Nella parte più alta del borgo, invece, si apre davanti al nostro sguardo il giardino “del fico”, tipica pianta pomaricana i cui frutti vengono “imbottiti” con mandorle utilizzata per dolci tipici della tradizione…
Siamo in questo paese da pochi minuti e ne siamo già conquistati!
Proseguiamo la visita di questa località tra le 10 cose da fare e da vedere, con la settecentesca eleganza del Palazzo Donnaperna e la chiesa della SS. Addolorata di epoca normanna.
Poi, nella Chiesa Madre di San Michele Arcangelo cogliamo una festosa allegria. Echi gioiosi riecheggiano tra le mura di questo edificio di culto, che ci raccontano il miracolo del grano, rinnovato, ogni anno, l’8 maggio. Tra le opere, invece, spicca nella parte sinistra del transetto, la magnifica Santissima Concezione firmata da Pietro Antonio Ferro, risalente al 1601. Il dipinto è una sorta di manifesto della pedagogia iconografica e didascalica dei frati minoriti.
Non stupisce, quindi, che nel centro storico ci sia una “Casa del miracolo”. Qui, secondo Tommaso da Celano, sarebbe avvenuto uno dei prodigi attributi a San Francesco.
Di tutta questa commistione tra musica, arte, sapori e fede ci rimane dentro una sinfonia di emozioni che continuerà a vibrare sempre in noi.