di Sergio Palomba
Angelo Calculli è un produttore discografico e manager di Achille Lauro.
È nato a Matera nel 1962 e, prima di approdare al mondo della musica, è stato avvocato e produttore cinematografico.
Nonostante da anni viva tra Milano e Roma, non dimentica mai le sue origini e, appena può, ritorna nella sua Matera ma soprattutto a Maratea, per lui un vero e proprio “buen retiro”.
È per questo che gli abbiamo chiesto di raccontarci la “sua” Basilicata.
Angelo, se dovessi sintetizzare in poche parole la Basilicata, cosa diresti?
La Basilicata è un insieme di concetti legati moltissimo alla tradizione e alla cultura contadina, alla socialità. Io che in questi anni che l’ho vissuta anche dal di fuori, posso però dire che innanzitutto è una delle regioni più inclusive d’Italia, se non la più inclusiva.
Qual è il tuo identikit del lucano?
Il lucano è una persona dal volto segnato, coi calli alle mani e all’apparenza molto rude. Ma in realtà è caratterizzato da una grande, grandissima, generosità d’animo.
Come racconti, invece, la tua città?
Io sono nato a Matera, nel lontano luglio del ’62, una città che ha un fascino estremamente particolare. Le tante epoche che la rappresentano, la rendono la sintesi di ciò che oggi è il mondo intero.
Sappiamo però che, oltre a Matera, hai un altro luogo del cuore in Basilicata…
Il luogo della Basilicata a cui sono più legato, oltre a quello in cui sono nato, è Maratea. È il paese che ha ospitato mio padre fino alla sua morte, un posto meraviglioso che unisce due culture contrapposte, la montagna e il mare, che però riescono a convivere grazie a un’alchimia tanto preziosa quanto sconosciuta. È come se avessero trovato una sorta di tacito accordo per non sopraffarsi. Quello di Maratea è probabilmente uno dei pezzi di costa più belli d’Italia, ma soprattutto è una realtà che posso definire veramente molto lucana.
Da lucano, cosa porti sempre con te ovunque tu vada?
Non ho mai nascosto le mie origini. Che sia coi discografici, con la tv o con mondo degli eventi in generale, io parlo sempre la mia lingua, spesso cito addirittura i proverbi della mia cultura popolare, in dialetto. Poi li traduco, ma a questo non rinuncerò mai e a 60 anni, ormai, è decisamente difficile che cambi.
Dicci una buona ragione per venire in Basilicata…
Una buona ragione per venire in Basilicata è quella di poter fare un’esperienza molto diversa rispetto ad altri posti d’Italia. Questo grazie alla grande miscellanea tra le diversità dei paesaggi, dal rupestre ai boschi, dai grandi laghi ai parchi nazionali, dai mare Ionio e Tirreno alla cucina molto diversa.
E una per tornare?
La ragione per tornare è sicuramente quella che è un posto a cui ci si affeziona. Credo che ci si affezioni soprattutto alle persone che ti accolgono ma anche perché è un buon luogo dove trovare pace di tranquillità.