Abile ed esperto disegnatore, narratore per immagini, Giulio Giordano è il fondatore della Redhouse Lab, la prima scuola di fumetto ed illustrazione in Basilicata.
Dopo varie collaborazioni con la Bonelli Editore, nel 2015 la sua matita, insieme a quella di Giuseppe Palumbo, fumettista materano, realizza la storia a fumetti ‘I cruschi di Manzù’, personificando i famosi peperoni cruschi della Lucania.
Inoltre, firma il graphic novel ‘Diabolik il film’, in uscita in libreria, edito da Astorina/Mondadori Oscar Ink, la cui lavorazione è stata fatta quasi in contemporanea con le riprese del film ‘Diabolik’ dei Manetti Bros. L’opera è stata realizzata interamente sulla base delle foto di scena, riportando su carta le stesse atmosfere create dai registi.
Cosa disegneresti pensando alla Basilicata?
La prima cosa che disegnerei è sicuramente il paesaggio. Perché i paesaggi lucani sono fenomenali, mi viene da pensare, per esempio a Castelmezzano, con tutte quelle rocce, oppure ai boschi lucani. I paesaggi prima di tutto, più che le persone, certo anche le persone, però i paesaggi lucani ti danno proprio la scintilla per voler disegnare, sia dal punto di vista del disegno a matita, inchiostrato, ma soprattutto colorato. Immaginiamo dei paesaggi lucani acquerellati, sarebbe una figata proprio.
E il lucano che personaggio dei fumetti sarebbe?
I personaggi lucani che mi hanno sempre colpito di più, più pittoreschi, sono quelli delle leggende. Penso alle ‘masciare’, oppure ‘il monaciello’ o il fantasma di Elena d’Epiro. Questi personaggi delle leggende appartengono forse anche un po’ di più al campo del fumetto e, quindi, non essendo dei personaggi reali diventano anche più divertenti da disegnare.
Hai creato una scuola del fumetto, perché qui?
Penso semplicemente a me e ai miei colleghi lucani, che lavoriamo nel campo del fumetto, ad esempio Gianfranco Giardina e Giuseppe Palumbo e tanti altri. Noi una scuola del fumetto non l’abbiamo mai potuta fare qui in Basilicata perché non esistevano e ci dovevamo spostare chi a Napoli, chi a Bologna, chi in altre parti. E questa cosa era complicata, perché prima spostarsi era complesso. Abbiamo, quindi, pensato alle nuove generazioni e ci siamo detti creiamola noi, soprattutto per quelli che magari non hanno la possibilità di muoversi. Gli diamo, dunque, la possibilità di fare scuola qui, questo è stato il concetto principale.
Il posto che ami di più della Lucania?
Mi verrebbe da dire, prima di tutto, il mio studio, anche se sembra una cosa strana, però è per me il luogo principale. E poi il paese di mia madre, Castronuovo Sant’Andrea. Lo adoro perché durante l’estate ci si incontra con tutti gli amici, con mio fratello e mia sorella, e ci raccontiamo le cose accadute nelle nostre vite. È un paese bellissimo, pieno di leggende, c’è ad esempio il ‘pulmner’, che è un lupo mannaro, oppure c’è una chiesa sconsacrata. Noi ci divertiamo in questi ambienti suggestivi. Sono legato a diversi ricordi in quel paese, è uno dei posti che preferisco della Basilicata.
Come hai fatto a lavorare da qui?
Come dico sempre io ‘Benedetto il web e chi lo ha inventato’, perché tramite il web ci è stata data la possibilità, a chi non si poteva spostare, di poter lavorare a distanza. Lavorando, ad esempio, con Diabolik o con la Bonelli, i miei datori di lavoro non li ho mai incontrati, proprio perché c’è questo rapporto a distanza che può avvenire attraverso lo scambio di mail, puoi inviare le tue tavole, i tuoi disegni, le tue illustrazioni, in digitale, quindi tutto tramite il web. Provate ad immaginare com’era in passato, dovevi spostarti, portare con te la valigetta con tutti i disegni, dovevi arrivare fino a Milano e farteli approvare dall’editore. Quindi era molto più complesso, ripeto ‘Benedetto il web’.
Ti piacerebbe realizzare un fumetto sulla tua città?
In passato abbiamo lavorato su più fronti, ad esempio sul tema dei briganti, oppure sul centenario della città. Però una storia vera e propria non è stata mai realizzata, o meglio è stato fatto pochissimo. Quindi ci sono diversi temi, possiamo sfruttare la torre Guevara, degli episodi sulla torre Guevara, possiamo raccontare la storia della costruzione del ponte Musmeci, ma anche come la società lucana si è formata negli ultimi 200 anni e quindi a che punto siamo arrivati, nonostante la città sia posizionata molto in alto, siamo sulle montagne, quindi quale è stato l’approccio della nostra civiltà? E come si è evoluta. Si possono sfruttare diverse tematiche, e metterle insieme. Come dice sempre mio fratello Silvio ‘Potenza è Gotham City’, proprio come Batman, nel senso che è una città un po’ oscura, ma proprio per questo motivo sono nate tante menti creative. Da quell’oscurità emerge comunque tanta arte, può essere una cosa interessante come tema.