Una guida completa e dettagliata alle 10 cose da fare e vedere a Calvera
Borgo bianco immerso nel verde a 630 metri di altitudine, ai piedi del Monte Mancino, Calvera sorge in una posizione particolarmente suggestiva che offre un colpo d’occhio straordinario sulla Valle del Serapotamo. Anticamente nota come Kalauras, oggi attira i viaggiatori con il suo fascino senza tempo e la sua prelibatezza più conosciuta, il tartufo bianco del Serrapotamo.
1. Scoprire il centro storico
I 423 abitanti di Calvera sono quasi interamente concentrati tra i vicoli del piccolo centro storico, dove ancora custodiscono gli usi, i costumi, gli odori e i sapori del passato. Una visita del borgo non può che iniziare proprio da qui: passeggiando tra le viuzze scoprirete quello che è sopravvissuto alla grande frana del 1875, in particolare i palazzi nobiliari dalle mura bianche. Da non perdere Palazzo De Nigris, con le sue balconate chiuse da archi, e Palazzo Salerno, con la facciata di chiara ispirazione barocca.
2. Ammirare Palazzo Mazzilli
Il più particolare dei edifici nobiliari di Calvera è Palazzo Mazzilli, di notevole interesse artistico. Situato nella parte alta dell’abitato, colpisce per la sua insolita facciata esterna, decorata da medaglioni marmorei che propongono volti di poeti e filosofi, statue, teste di angeli, sculture e un cornicione rappresentate le quattro stagioni. L’interno è ugualmente caratteristico, con opere artistiche come il camino marmoreo con teste di fauno e festoni, e con i busti marmorei d’arredamento, tra cui spicca la “dama col velo”.
3. Visitare la chiesa madre di San Gaetano
Protettore di Calvera, San Gaetano è venerato all’interno dell’omonima chiesa madre. Nonostante l’edificio abbia subito diversi restauri, ancora conserva intatta la sua navata originale, e una serie di preziose opere d’arte tra cui quattordici tele del ‘600 e del ‘700, tra cui una Madonna e un Bambino attribuite al pittore napoletano Cosenza. Interessante anche il quadro ad olio del XVIII secolo, sempre del Cosenza, dipinto sul soffitto,con soggetto proprio il santo patrono del borgo.
4. Assaggiare il tartufo bianco del Serrapotamo
Calvera è tra i borghi in cui si trova uno dei prodotti più preziosi della Basilicata: il tartufo bianco del Serrapotamo, una varietà pregiata conosciuta e apprezzata ben oltre i confini regionali. Amato per le sue eccellenti qualità organolettiche e per il suo gusto, aromatico e forte, si raccoglie tra ottobre e dicembre ed è entrato a far parte dell’elenco dei prodotti PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali). Lo potete assaggiare sulle tavole del BioAgriturismo Montenuovo, che organizza anche uscite per cercarlo e raccoglierlo.
5. Gustare i sapori tipici
Un bicchiere di vino, un piatto di pasta fatta in casa – i maccheroni con il ferro conditi con mollica e rafano per esempio, celebrati anche in una saga ad agosto – il tartufo, i legumi, le verdure: la cucina tradizionale di Calvera è di origine povera, semplice ma gustosa. Potete gustarla in tutta la sua genuinità da Montenuovo, agriturismo biologico che ha fatto del km 0 la forza della sua proposta gastronomica. In tavola troverete solo prodotti di fornitori locali o dell’azienda stessa, come gli squisiti peperoni cruschi, la verdura, la frutta e l’olio.
6. Assaggiare la Pitta di Grandinii
Durante un viaggio a Calvera è obbligatorio assaggiare la Pitta di Grandinii, secondo prodotto locale a essere entrato nella lista PAT. È una pizza a base di farina di mais locale, dal sapore delicato e dal colore dorato, tipico della cucina povera. Se ne preparano due versioni: la pitta, vera e propria focaccia da farcire con peperoni cruschi fritti, olive essiccate, salame, formaggio e sugo, e le pitticille, focacce più piccole a forma di ciambella. Entrambe si cuociono direttamente sulla base in mattoni del camino, tra due foglie di cavolo ricoperte da cenere e brace.
7. Andare in gita in Contrada Vallina
La natura rigogliosa che circonda Calvera è perfetta per passare qualche ora tranquilla. A circa 6 km di distanza dal centro abitato, nella località nota come Contrada Vallina, si trova la foresta demaniale regionale “Magrizzi – Cielagresti”, un bosco di querce amato dai locali per raccogliere i funghi quando è stagione. È un luogo piacevole dove rilassarsi e passeggiare in tranquillità, e inoltre tra i fitti alberi del bosco si nasconde anche una preziose fonte di acqua sulfurea.
8. Raggiungere il punto panoramico Monte Zingarello
Dal borgo, seguendo un sentiero che si arrampica sul colle, è possibile raggiungere con una passeggiata semplice un punto da cui godere di una splendida vista di Calvera e del paesaggio circostante. Il belvedere si chiama Monte Zingarello, ed è una bella terrazza dove sono state sistemate delle panchine e una croce, che è anche tappa principale della tradizionale via Crucis che si tiene in paese ogni Venerdì Santo partendo dalla chiesa di San Gaetano.
9. Visitare le cascate del torrente Vallone
Una bella gita di un giorno è quella che vi porterà alla scoperta delle cascate del torrente Vallone, corso d’acqua che nasce a nord di Carbone per poi confluire nel Serrapotamo. Un antico intervento di imbrigliamento aveva mutato l’aspetto del torrente, ma negli anni la natura ha ripreso i suoi spazi e, con l’azione erosiva dell’acqua, le briglie si sono trasformate diventando piccole cascate immerse nel verde. Sono a 4,5 km dal paese, e le potete raggiungere con un comodo sentiero ben indicato.
10. Fare trekking sulle rive del Vallone
Quello delle cascate non è l’unico punto in cui è possibile fare trekking. Il percorso che le raggiunge, infatti, prosegue attraverso l’habitat floro-faunistico di grande interesse nato in seguito all’intervento di imbrigliamento e regimentazione dell’alveolo. L’area ha assunto un grande rilievo ambientale ed è ideale per trekking di bassa difficoltà; lungo il percorso è possibile vedere anche quel che resta di due mulini settecenteschi appartenuti ad alcune antiche famiglie nobili di Calvera.