Una guida completa e dettagliata alle 10 cose da fare e vedere a Colobraro
Conosciuto a lungo come “quel paese” innominabile per via della leggenda secondo cui portasse sfortuna, Colobraro sorge arroccato a 686 metri su un colle dell’appennino lucano. Da sempre vittima di superstizione e legata alla magia, Colobraro oggi ha saputo reinventarsi grazie ai suoi circa mille abitanti appassionati, che hanno preso la fama negativa del paese e l’hanno trasformata in un evento che attira ogni anno migliaia di curiosi.
1. Visitare il centro storico
Sfortuna o non sfortuna, il centro storico di Colobraro è molto affascinante, con le sue viuzze strette e in salita. Potete iniziare il percorso da Piazza dell’Annunziata, seguire la salita tra casette di pietra e bellezze architettoniche come la Cappella di San Rocco e la fontana in piazza Garibaldi, fino a raggiungere la parte più alta del paese, dove troverete i ruderi di un castello di origine medievale. Da qui potrete godere di una vista panoramica che spazia dal Monte Coppola al vicino paese di Valsinni.
2. Partecipare a Sogno di una notte a Quel paese
Vale la pena visitare Colobraro durante l’estate per assistere al Sogno di una notte a Quel paese, rappresentazione teatrale itinerante che va in scena tra i vicoli del borgo ogni martedì e venerdì di agosto. Grazie al lavoro di più di 40 figuranti prende vita uno spettacolo che racconta le superstizioni legate a Colobraro, dal suo portare sfortuna fino alla leggenda che lo vuole popolato di fattucchiere. Alla conclusione del percorso, poi, sono previste degustazioni di prodotti tipici ed esibizioni di musica folcloristica.
3. Fotografare la particolare Chiesa Nuova di San Nicola
Tra le architetture religiose di Colobraro merita una visita in particolare la Chiesa Nuova di San Nicola, collocata su un promontorio con vista sulla Valle del Sinni. Realizzata in pietra e blocchi di cemento da un’idea dell’architetto Nicola Pagliara, è stata costruita tra il 1972 e il 1978 in pietra bianca di Trani, lasciata a vista sia all’interno sia all’esterno. Sobria e semplice, è una particolare testimonianza di nuovo edificio che si uniforma al tessuto urbano esistente senza rinunciare a un tocco di modernità.
4. Gustare i piatti tipici
Colobraro è un paese dall’anima contadina. In tavola spiccano la pasta fresca fatta a mano, le carni alla brace e i legumi, il tutto condito dall’olio prodotto artigianalmente dalle aziende locali. Potete assaggiare tutto da Amoreolio, antico frantoio e azienda nati dalla passione di Giusi, titolare ed esperta sommelier dell’olio. Sarà lei a guidarvi alla scoperta dei prodotti di Amoreolio, per poi terminare la visita con un pranzo nel ristorante specializzato in pietanze della tradizione contadina.
5. Scoprire la tradizione dell’olio
Amoreolio non è solo ristorante e azienda agricola, ma anche un Museo dell’Olio. All’interno della struttura infatti, in un antico frantoio dell’800 restaurato, è stato allestito un percorso che racconta l’antica tradizione della lavorazione delle olive di Colobraro per ricavarne l’olio. Durante la visita guidata si possono ammirare una serie di macchinari antichi, tra cui la molazza a tre macine in pietra, il torchio a vite e la pressa idraulica, e grazie alla guida si scopriranno preziose storie di un mondo agricolo in estinzione.
6. Dormire nel borgo
Colobraro è affascinante con il suo aspetto medievale e leggende legate alla magia, e non c’è niente di meglio che alloggiare nel borgo per immergersi nella sua atmosfera misteriosa. Per esempio da La Casa dei Panorami, b&b caratteristico all’interno di un edificio in pietra con camere spaziose e moderne, una bella terrazza e una sala comune. Oppure potete alloggiare da Girastrittue, albergo con cinque camere moderne affacciate sul Pollino o sui vicoli del centro storico che offre squisite prime colazioni per iniziare bene la giornata.
7. Partecipare alla Notte dei rituali magici
Altro appuntamento molto atteso durante l’anno è la Notte dei rituali magici, evento che permette di immergersi nella magia che permea Colobraro. Nel chiostro del Convento dei Francescani va in scena una festa che racconta la storia della magia nel paese, attraverso esposizioni museali, concerto di musica etno-popolare con danze di “streghe e fattucchiere”, rappresentazioni teatrali e mercati tematici. È anche l’occasione perfetta per comprare il cingijok, amuleto fatto a mano che protegge dal malocchio.
8. Visitare il Museo della Civiltà Contadina e la Casa Contadina
All’interno del Palazzo delle Esposizioni è stato istituito il Museo della Civiltà Contadina, un interessante percorso museale che porta alla scoperta dell’anima agraria del paese, attraverso l’esposizione di antichi oggetti, abiti e attrezzi da lavoro dei vecchi mestieri. Tra le ricostruzioni più interessanti un’antica aula scolastica e una casa contadina di un tempo. C’è anche una mostra fotografica degli scatti dell’antropologo Ernesto De Martino, realizzati fra il 1950 e il 1957, in cui appaiono le “masciare” (maghe) inserite nel suo celebre libro Sud e Magia.
9. Vivere le atmosfere di un agriturismo
Poco lontano da Colobraro si trova un vero paradiso delle vacanze slow circondato dalla natura. È l’Antica Masseria Lucana, azienda collocata a 450 metri di altitudine affacciata sul Pollino. Ristrutturata con cura e attenzione, permette agli ospiti di sperimentare la vita di campagna più genuina ma con il comfort di un hotel. La struttura dispone di camere e appartamenti semplici e curati, di una piscina esterna e della taverna Le Querce, un vero paradiso per degustare piatti regionali realizzati con i prodotti dell’azienda.
10. Gita al lago di Monte Cotugno
A circa 30 km da Colobraro si trova la diga di Monte Cotugno, la più grande diga di terra battuta d’Europa da cui è nato il lago di Monte Cotugno. Si tratta di un’area naturale molto suggestiva, perfetta per una gita di una giornata in cui passeggiare a piedi o in bicicletta lungo il percorso panoramico. Tra le altre attività è possibile fare anche birdwatching per osservare le abitudini delle numerose specie presenti sul posto, tra cui civette, aironi e picchi rossi.