I Sassi in questo romanzo non sono solo un fondale, come solitamente accade al cinema, bensì il cuore pulsante di tutto il racconto.
Il poliedrico Carlos Solito, scrittore, fotografo, regista e giornalista, è l’abile artefice di un’atmosfera incantata che traspare già dalla copertina, che richiama l’arte di Van Gogh, e che permea la singolarissima caccia al tesoro che vede impegnati i due protagonisti della storia: Ettore e Maria.
Il primo, poeta, è solito lasciare qua e là i suoi versi; la seconda si imbatte per caso in queste rime e ne rimane folgorata. Tutto inizia a Milano, da cui Ettore poi decide di ripartire alla volta della sua città d’origine, Matera, che aveva lasciato per affermarsi nel lavoro. Con la sua inseparabile macchina da scrivere, Ettore ritorna nella città dei Sassi «per ritrovare la terra, il vento, i sapori che danno pace». Maria, che dirige una casa editrice, invece, arriva nello stesso luogo inseguendo i “biglietti poetici” con lo scopo di conoscerne il misterioso autore. Ma il viaggio della protagonista è anche interiore, risveglia il suo cuore, oltre a percorrere tutta la Penisola fino a diversi paesi lucani, tra cui Stigliano e Craco che, da bravo fotoreporter, Carlos Solito descrive come se avesse scattato una fotografia: “Il borgo fantasma s’impenna dalle crete, sale, sembra una piramide con una cuspide tozza quadrata che è il torrione dell’antico castello. Guardo le facciate delle case vuote, dolenti, ventose. Le aperture nere delle porte e delle finestre sono cavità oculari, conche nasali, mascelle spalancate di antichi crani che, piano piano, sole dopo sole, estate dopo estate, pioggia dopo pioggia, inverno dopo inverno, stanno allargando le crepe delle suture. Montedoro, si chiama anche così, è la grande tomba della civiltà contadina sorvegliata, come accade sul grande plateau di Giza, da una sfinge. Laggiù di pietra, qui di legno e foglie”.
Poi c’è il racconto dei Sassi, che coglie dettagli degli antichi rioni di Matera spesso ignorati: “Vento in faccia, a superare pietre incerte, tappeti di rosmarino e uno due e tre salti fino all’ultimo centimetro di terra prima del vuoto assoluto, prima del grande spettacolo della Gravina”. E poi, il flusso dei ricordi che il protagonista rivive nella sua mente vedendo i luoghi, sentendo i profumi, ascoltando i silenzi e tutto ciò che è possibile far proprio ritornando nei posti del passato: i cosiddetti “posti felici”.
Matera diventa il luogo dell’amore, il luogo senza tempo dove contemplare, ma anche dove dar vita a nuovi sogni.
“La ballata dei Sassi”, edito da Sperling & Kupfer, è un libro che fa sognare e allo stesso tempo fa vivere la città dei Sassi, e il suo hinterland, in maniera inconsueta e suggestiva attraverso gli occhi di Ettore e Maria a loro volta affascinati dalla bellezza e la lentezza che contraddistingue tutta la Basilicata.