C’erano una volta, e ci sono ancora – nei cassetti, negli archivi, alle pareti, negli album di famiglia, sgualcite, impolverate, incorniciate, in bianco e nero – le fotografie della città di Potenza. Sono loro la trama e l’ordito di queste pagine.
“Come eravamo. Potenza 1857-1950” è un racconto per immagini lungo novant’anni di storia. Una raccolta di istantanee di chi, questa terra, dal 1857 al 1950, l’ha vissuta, amata, nutrita, occupata, rivendicata, abbandonata, liberata. Dare forma al volume, per la curatrice Antonietta Mente, è stato come rimettere insieme i pezzi disseminati – alcuni dimenticati in soffitta, altri custoditi in piena vista – di un vecchio puzzle rovinato dal tempo e orfano di qualche tassello. Mettere il naso nelle realtà e nelle verità altrui, in quei ricordi che testimoniano un’identità comune, una memoria collettiva. Questo libro non esisterebbe senza l’eredità artistica, culturale e comunicativa dei potentini, senza il loro personale patrimonio di cimeli, aneddoti, sentimenti e cicatrici. È grazie a loro, ma anche ai musei, alle biblioteche, alle associazioni sportive, alle parrocchie, alle attività̀ commerciali e ai collezionisti se è stato possibile esprimere nel presente la forza narrativa (e nostalgica) del passato.
Il lavoro di ricerca, scavo, raccolta e documentazione degli scatti ha infatti consentito di disegnare l’antica fisionomia dei quartieri e di seguirne i mutamenti negli anni – da via Pretoria a via del Popolo, da Santa Maria al borgo di San Rocco – di rievocare il calore e i colori di questo popolo, le sue usanze e le sue tradizioni; di ripercorrere con coscienza e consapevolezza un arco temporale segnato dall’insurrezione lucana, dal brigantaggio post-unitario, da due guerre mondiali, dal fenomeno dell’emigrazione e dell’analfabetismo.
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