Oggi vi consigliamo 5 posti (+1) da vedere assolutamente nei dintorni di Matera, la città ammaliante. Una gita perfetta per questo weekend lungo di Pasqua. La storia di Matera è antichissima, in grado di metterci in connessione con la parte più autentica di noi. Ma la potenza di questo abitato – che ha una storia più lunga persino di Roma – non si esaurisce nei Sassi. La sua struggente vitalità irradia ogni spazio in cui, seducente, si allunga. Ecco, quindi, una piccola lista di tappe “obbligate” che si trovano nei pressi , alcune delle quali completamente inaspettate. È il caso di Cava Palomba, un parco di sculture contemporanee che crea un rannodo intenso ed emotivo con i ricordi ancestrali dell’umanità. O il centro Geodesia, avveniristico istituto in cui il respiro e i movimenti della terra sono registrati come fossero fiati di un demone antico. Una piccola puntualizzazione Wayglo: nella lista non abbiamo volutamente inserito la Cripta del Peccato Originale per il semplice fatto che la “cappella sistina del rupestre” è uno dei siti più noti e (giustamente) celebrati della città dei Sassi. Partiamo, ora, per i 5 posti (+1) nei dintorni di Matera.
Parco Scultura La Palomba
A meno di 4 chilometri dai Rioni Sassi, in Contrada Pedale della Palomba, sulla SS7, la strada che conduce a Taranto, si nota il totem con un’auto schiacciata da un masso. È il punto di approdo del parco scultura “La Palomba”. È uno spazio espositivo contemporaneo in una cava abbandonata, dove si allungano – per 6 ettari – filari di opere dell’artista Antonio Paradiso e di altri scultori odierni. Qui, l’arte si sposa perfettamente con la natura circostante, in un rimando onirico-lirico che giunge fino a “viaggio in Italia” di Goethe. Lo spazio espositivo è inserito nel parco archeologico storico naturale delle chiese rupestri. Si cammina tra moduli di marmo bianchissimo, sculture che ritraggono giochi di bimbi in un paesaggio urbano assettato di vita in un continuum di bellezza che, idealmente, dai giorni nostri giunge fino al neolitico. Tra aromi di origano.
Parco della Murgia
Abbracciato ai Sassi di Matera, si allunga il parco della Murgia materana. Arriva fino a Montescaglioso tra tufo e specie arboree che mutano al variare variopinto delle stagioni. Non è possibile visitare Matera senza fare almeno una piccola tappa in quest’area protetta, che conta circa 150 chiese rupestri e in cui si possono incontrare specie vegetali e animali rare, come il capovaccaio. Da qui, dove scorre il torrente Gravina, la città di Matera può essere osservata da una prospettiva insolita e ci si può avventurare nella grotta dei pipistrelli o visitare le caverne dei primi insediamenti trogloditici. In un’escursione indimenticabile tra storia e natura.
Centro Geodesia Spaziale
A circa 10 chilometri da Matera, in località Terlecchia, si trova uno dei centri di ricerca più importanti del mondo. È il centro Geodesia spaziale. Da qui, partono raggi laser molto potenti che scandaglino i movimenti dei corpi celesti e della terra. Strumentazioni avveniristiche si stagliano potenti in mezzo al verde, come cattedrali portatrici di nuove sacralità mentre “la città delle stelle”, un parco astronomico di nuova concezione, darà a breve a tutti e tutte, studiosi o semplici appassionati, gli strumenti necessari per l’osservazione degli astri.
Oasi di San Giuliano
A circa 14 chilometri da Matera, e a 4 chilometri dalla cripta del peccato originale, si trova l’Oasi di San Giuliano, una riserva naturale dall’estensione di circa 2500 ettari del WWF Matera. È compresa tra i territori di Matera, Miglionico e Grottole. È un’area Ramsar per le specie acquatiche e zona SIC e ZPS di importanza comunitaria e protezione speciale per l’avifauna. Insomma: un tempio per il birdwatching, ma è anche un sito dalla grande importanza storica. Il lago di San Giuliano, infatti, è stato creato artificialmente nel 1950 a seguito dello sbarramento del fiume Bradano, a scopi irrigui. E qui, nel 2006, i resti di un colossale animale del pleistocene sono apparsi. Si tratta dello scheletro fossile della balena Giuliana, una dei reperti più interessanti esposti nel museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera.
La Grotta del brigante Chitarridd
In località Murgecchia, a circa 3 chilometri dai Sassi, si aprono alcune piccole grotte. Qui, si nascondeva, sul finire del 1800, il brigante Eustachio Chita, più noto come “Chitarridd”, a causa della sua bassa statura. Sanguinario, violento, scontroso… era descritto così dai suoi contemporanei ed era accusato di molti degli omicidi che avvennero a Matera dopo il 1888. Si nascondeva in questi anfratti ma fu trovato da Francesco Falcone e Francesco Nicoletti nel 1896 che lo uccisero, nel suo stesso rifugio, in circostanze mai del tutto chiarite. Qui, secondo le cronache locali, c’era di tutto: pistole, fucili a una e due canne, coltelli, punteruoli ed accette… Che fine abbiano fatto le spoglie di Chitarridd è un mistero: dopo essere state portate al Museo di antropologia criminale di Torino nel 1900, se ne persero del tutto le tracce.
Grotta del sole
Lungo l’antica Via Appia, in contrada la Vaglia, percorrendo la Strada Statale 7 in direzione Taranto, si incontrano alcune piccole cave in cui, partire dal 1700, si estraeva il tufo e viveva una vivace comunità di intagliatori. Prima, però, questi siti sono stati luoghi di culto pagani utilizzati, successivamente, anche come complesso monastico. Introducendosi nella cripta, in uno spazio che a tratti diventa una cisterna, immagini angeliche si alternano a vasche scavate nella pietra per raccogliere l’acqua piovana. Al centro della grotta, si nasconde un segreto che scalda il cuore. Per scoprirlo, bisogna alzare il capo: un sole ridente e consolatorio scolpito nella roccia ci osserva. I suoi raggi, sulla volta, formano 17 spighe di grano: simbolo di Matera, di fertilità e del legame indissolubile dell’essere umano con la terra.