Venosa è uno dei borghi più belli d’Italia. Fu la più importante colonia romana di Basilicata, fondata nel III sec. a.C., diede i natali al poeta Quinto Orazio Flacco nel 65 a.C.
A prima vista le tracce di questo passato glorioso sembrano scomparse, ma in realtà vivono negli edifici cittadini: con uno sguardo più attento si possono cogliere numerose steli funerarie, frammenti di fregi e iscrizioni latine nelle mura medievali e moderne.
Nel Parco archeologico, ubicato nei pressi dell’ingresso in città, si possono ammirare i resti degli edifici pubblici, come le terme, e privati, come le tipiche domus articolate attorno alla corte aperta con impluvium. Piccole e grandi botteghe si affollano lungo la strada basolata che conduce dritta nel grande anfiteatro.
Il grazioso centro storico, molto ben tenuto, conduce con i suoi vicoletti all’ampio spiazzo antistante il castello aragonese del 1470, con le sue torri rotonde e il monumentale ingresso che scavalca l’ampio fossato. L’interno ospita il Museo archeologico. L’ampio cortile è circondato da un bel loggiato rinascimentale, da cui si godono scorci della bucolica campagna venosina che in primavera si punteggia del rosso dei papaveri e del giallo delle ginestre.
Venosa è solo uno dei contenuti raccolti nel volume “Basilicata – le 100 meraviglie +1″, Typimedia editore.