Testi e voce di Alessandra Accardo
La cattedrale di Acerenza è imponente: una superficie di 1880 metri quadri, costruita verso la fine dell’XI secolo in stile romanico, con influenze francesi. Sembra custodire, in sé, tutta la forza e il mistero dello splendido borgo tra i più belli d’Italia. Al cospetto di questa chiesa ci si sente subito molto piccoli, specie quando – all’ingresso – due creature mostruose ci accolgono mordendo sul collo le vittime.
Un brivido ci attraversa la schiena: Acerenza potrebbe essere legata a doppio filo alla leggenda del Conte Dracula e il sangue di questa stirpe potrebbe essere ancora presente in questi luoghi.
Nella Cattedrale, i bassorilievi e gli affreschi sembrano conservare memorie antichissime di miracoli e storia. Come davanti a una carrellata d’immagini legate a carte dei tarocchi in grado di svelare il passato, ogni rappresentazione suscita domande e meriterebbe una trattazione particolareggiata. Molte questioni sono destinate a rimare insolute, moltiplicando l’alone di magia e mistero che ammanta da secoli la cattedrale accrescendone il senso di fascinazione e sacralità.
Ma c’è anche la paura. Secondo alcune fonti, infatti, qui dormirebbe del suo sonno eterno la figlia del Conte Vlad III, l’impalatore, meglio conosciuto con il nome di Dracula.
Maria Balsa è stata la moglie del conte Giacomo Alfonso Ferrillo. Sarebbe stata adottata ancora bambina dal re di Napoli Alfonso di Aragona, dopo essere rimasta orfana di suo padre, il Voivoda della Transilvania. Potrebbe, quindi, essere davvero la figlia del conte Vlad, morto nel 1476 in battaglia e appartenente all’ordine del drago, una lega di mutuo soccorso finalizzata a contrastare l’ invasione dei Turchi. E sono, infatti, figure di drago quelle che stuzzicano la nostra curiosità e che potrebbero avvalorare questa tesi. Così come i gioielli raffigurati in due affreschi, identici a quelli appartenuti al conte Dracula.
Se questo fosse vero, le figure all’ingresso acquisterebbero un senso macabro.
Ad ogni passo, i battiti del nostro cuore si fanno più vivaci. Un’ultima figura ci mette in allarme: nella cripta – restaurata dalla famiglia Balsa Ferrillo nel 1524 – appare il demone Lilith, espressione della femminilità ferina e lussuriosa, spesso ritratta come colei che ghermisce gli uomini e succhia il loro sangue.
I misteri e le leggende della cattedrale sono infiniti, quasi quanto la sua bellezza. Uscendo, il ricordo di qualche fotogramma del film Dracula di Francis Ford Coppola ci infervora la mente e ci sovviene che questo regista è di origine lucana. Decisamente, le trame che sa tessere la cattedrale sanno essere le più disparate …