Testi e voce di Alessandra Accardo.
Vidi sbucare dal fondo e correre velocissimi in salita, tre fantasmi vestiti di bianco. Venivano a grandi salti, e urlavano come animali inferociti…Erano le maschere contadine…in capo berretti di maglia…in mano delle pelli di pecora secche e arrotolate come bastoni…e battevano con esse sulla schiena e sul capo tutti quelli che non si scansavano in tempo. Sembravano demoni scatenati….
Eccole le maschere cornute di Aliano, descritte da un attonito ma non meno incuriosito Carlo Levi. Riempiono il borgo il giorno del martedì Grasso. Hanno corna e nasi enormi, per lo più di cartapesta. Sembrano minacciosi diavoli usciti dall’inferno. E urlano, ridono, schiamazzano. Come in antiche leggende che si ripetono, la loro spaventosa immagine ha la funzione di scacciare fiere, lupi e sventura il più lontano possibile dalle mandrie. Ma c’è qualcosa che attutisce il senso di timore che si prova guardandoli: il merito è dei cappelli con cui queste figure agghiaccianti si ornano il capo. Sono giganteschi, o almeno ingombranti, e sono luminosi al sole grazie ai caldi colori sgargianti con cui sono decorati.
Le stradine, come avvinghiate ai calanchi, si gonfiano delle maschere che corrono e saltano facendo molto rumore per via dei campanelli legati alla cintura, simbolo del gregge. Tutto qui, è una rappresentazione legata alla pastorizia e alla relazione profonda con la terra. Ma non si ha tempo di pensare, non ora almeno, nel pieno del Carnevale.
Come un’onda arriva la musica, ed è travolgente. Esplode nel borgo il suono delle fisarmoniche e quello dei “cupa-cupa”, strumenti caratteristici, simili a tamburi di pelle di capra. Solo ora comprendiamo di essere nel pieno di una commedia improvvisata, detta “la Fras”, i cui attori sono le stesse maschere che sciamano intorno e che raccontano, in dialetto, fatti e personaggi locali.
Poi, qualcos’altro ci colpisce. Ed è irresistibile. È l’odore pungente della rafanata che si cucina proprio in questi giorni. Fa venire l’acquolina in acqua ed è forte il desiderio di fermarsi a mangiare in una di quelle case da cui proviene il profumo.
La festa di Aliano è al suo culmine. Tutti vi partecipano: adulti e bambini. E non è facile capire l’età delle maschere tutte ugualmente prese nello stesso, febbrile, turbinio.