Testo e voce di Sergio Palomba
Dopo aver padroneggiato da attore buona parte della produzione cinematografica mondiale degli anni ’80 e ’90, basti pensare alla trilogia-culto dei Mad Max e alla tetralogia di Arma Letale, Mel Gibson trova una seconda giovinezza artistica dietro la macchina da presa e, alla sua terza prova da regista, un’ispirazione mistica che lo porta a riproporre su grande schermo le vicende bibliche della Passione di Cristo, nell’omonimo film del 2004.
Per raccontare le ultime ore della vita del Messia, il cineasta statunitense, su suggerimento del produttore italiano Enzo Sisti, sceglie Matera che, notoriamente, 40 anni prima, per le sue evidenti analogie paesaggistiche con la Terra Santa, aveva già ispirato Pier Paolo Pasolini per la sua personalissima rilettura del Vangelo secondo Matteo.
Nella città dei Sassi, se si esclude una trasferta del set a Craco, sempre in provincia di Matera, Gibson gira tutti gli esterni della pellicola, per poi chiudere con gli interni a Cinecittà, a Roma.
Nell’immaginario collettivo, il luogo della città più legato a “The Passion” è il Belvedere di Murgia Timone, ovvero il Golgota, il punto del Parco della Murgia dove fu girata la sequenza finale della Crocifissione ma anche quella del Discorso della Montagna.
Poco distante da lì, la Masseria Radogna è il posto in cui si muove Gesù ancora bambino, mentre più scorci dei Sassi rappresentarono il teatro di altre vicende memorabili: vico Solitario, nel Sasso Caveoso, ospitò il mercato e le abitazioni di Gerusalemme; via Madonna delle Virtù e piazza Porta Pistola furono scelte per la Porta di Gerusalemme. Poco al di sopra, via Muro fu il teatro della via Crucis, mentre il vicino complesso di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci ospitarono l’Ultima Cena e la Lavanda dei Piedi.