Renzo Martinelli è un regista che più volte, nei suoi film, ha scandagliato episodi importanti della storia italiana del Novecento, provando in alcuni casi ad aprire anche nuove occasioni di dibattito e di approfondimento. È successo con la tragedia del Vajont, con gli anni delle Brigate Rosse e la vicenda Moro, ma anche col disastro di Ustica, un caso ancora irrisolto.
Il 27 giugno del 1980 un DC9 della Itavia, a 15 secondi dalle 21, scompare dai radar senza aver attivato segnali di emergenza e si inabissa nella “Fossa del Tirreno”, a 3500 metri di profondità, tra le isole di Ponza e Ustica. Cedimento strutturale? Bomba a bordo? Un missile che l’ha colpito per errore? I familiari di 81 vittime, tra cui 16 bambini, chiedono ancora la verità.
“Ustica”, questo il titolo del film di Martinelli, avvalendosi della consulenza di due ingegneri aeronautici che hanno esaminato perizie e testimonianze, prospetta una quarta – inquietante – ipotesi.
Un film che vale la pena vedere, insomma, per scoprire verità nascoste della storia italiana – e non solo – ma anche angoli molto belli della Basilicata, dove parte degli esterni del film sono stati girati.
“Ustica”, infatti, è stato girato anche a Maratea (Potenza), precisamente sulla spiaggia di Castrocucco, a Rivello (Potenza), ribattezzata per l’occasione San Benedetto Ullano, e a Rotonda (Potenza), sede del Parco nazionale del Pollino, territorio in cui è stata ricostruita la scena della caduta di un Mig libico. Altri scorci lucani presenti appartengono alla costa jonica e, tra gli interni, una villa di Cersuta, frazione della “perla del Tirreno”.
Sono tutti luoghi e scenari al confine, e paesaggisticamente in continuità con la Calabria, dove si svolge la storia. La scelta di Maratea e del Pollino non è casuale, considerata la vicinanza con la Calabria dove la storia è ambientata.
“La Basilicata è una regione fantastica – dichiarò Martinelli durante le riprese del film – e i suoi abitanti ci hanno stupito per accoglienza, capacità ricettiva e ospitalità straordinarie”.