“Io non ho paura” è il romanzo con cui Niccolò Ammaniti si consacra come scrittore sorprendente e abile nel tessere trame complesse, dalla portata potente, ma con uno stile semplice, che punta dritto al cuore.
L’omonimo film, girato nel 2002 da Gabriele Salvatores, e sceneggiato da Ammaniti stesso con Francesca Marciano, è altrettanto notevole, con una portata evocativa accentuata dai paesaggi lucani in cui il regista sceglie di ricostruire quel paesino immaginario del sud Italia in cui la storia è ambientata: Acqua Traverse.
Durante i sopralluoghi per la scelta delle location, percorrendo l’A16 verso Candela (FG), Salvatores si lascia travolgere dalle distese dorate della campagna del Vulture Melfese e sceglie di girare il film proprio qui.
A “interpretare il ruolo” di Acqua Traverse, in particolare, è San Leonardo, meglio conosciuta come la Leonessa di Melfi, una frazione della città federiciana in provincia di Potenza, a pochi metri dal letto del fiume Ofanto, al confine con la provincia pugliese di Foggia.
Con “Io non ho paura” questo borgo di poco meno di 300 anime si è ritrovato al centro dell’attenzione dopo che la costruzione della Foggia-Potenza, ribattezzata la “superstrada dell’Aglianico”, aveva finito col tagliarlo fuori dai circuiti del traffico veicolare. È qui che il piccolo Michele Amitrano, in sella alla sua inseparabile bici, involontariamente si ritrova a essere testimone oculare di un crimine terribile che coinvolge la sua famiglia.
Ma non lasciatevi impressionare: raggiungere la Leonessa lasciandosi alle spalle il casello autostradale di Candela permette di calarsi d’un tratto in un angolo incontaminato di campagna lucana che, durante l’estate, assume ancora più fascino grazie ai colori dorati che la caratterizzano.