Per i suoi scenari spesso aspri e, ancora, selvaggi, la Basilicata è spesso diventata anche location per pellicole che, seppure con alterne fortune ai botteghini, hanno trasformato i suoi luoghi nel teatro di vicende divertenti e “picaresche”.
“Le frise ignoranti”, film uscito nel 2015 e diretto da Antonello De Leo e Pietro Loprieno, è uno di questi. Parafrasando, solo nel titolo, “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek, i due registi hanno ambientato in regione alcune delle scende di un road-movie che è stato presentato al cinema come “la prima commedia dop”.
E per quanto “le frise” del titolo, ovvero i taralli di grano duro famosi per essere preparati con pomodoro, olio e origano, possano lasciar pensare che il senso del “dop” sia legato alla “denominazione di origine protetta”, il riferimento è più ironico: “denominazione di origine pugliese”. La Puglia, infatti, è il luogo da cui si dipana, e in cui principalmente si svolge, la storia di un figlio maturo che prova a “raddrizzare” un padre che lo è decisamente meno.
Insieme ad un cast in cui figurano Francesco Pannofino, Eva Riccobono, Dario Bandiera e – sorpresa – Lino Banfi, nel film, per la Basilicata, spicca Ferrandina. Il paese della provincia di Matera, infatti, ha ospitato alcuni interni, nel b&b “Dimora San Pietro” e in una villa nei pressi del campo sportivo, ma anche alcuni esterni, come nel caso del sagrato della chiesa di San Domenico, che domina l’omonimo complesso monastico che, insieme ad altri scorci disseminati nel centro storico, è rimasto impresso a tutti coloro che, durante le riprese, vi hanno soggiornato.