La Basilicata non viene immediatamente associata all’arte rinascimentale, eppure, seguendo il corso del Bradano, uno dei principali fiumi della regione, si può rimanere stupefatti per i capolavori che ospita.
Come si spiega la presenza di opere d’arte veneta in Basilicata tra il ‘400 e il ‘500? Le relazioni commerciali della Puglia con Venezia costituiscono senz’altro una delle ragioni, dal momento che le terre a est del Bradano ne facevano parte. Inoltre, la cultura veneta ebbe modo di penetrare nel territorio lucano anche grazie alla classe politica, mercantile e militare, e soprattutto alla committenza monastica.
Questi avamposti orientali offrono anche scenari naturalistici molto poetici, con borghi distesi tra declivi di grano color ocra o aggrappati ai colli a dominio della fossa bradanica.
L’itinerario nell’arte veneta in Basilicata inizia a Genzano di Lucania, nella quattrocentesca Chiesa Madre di Maria Santissima della Platea, più volte rimaneggiata, che custodisce un’opera rarissima, attribuita alla produzione giovanile di Giovanni Bellini, detto “Giambellino” e cognato di Mantegna. La Madonna in trono con Bambino è un polittico di sei tavole divise e misura 155 centimetri di altezza e 190 di larghezza: al centro la Vergine in trono in posizione orante sostiene sulle ginocchia il Bambino completamente nudo.
In un silenzioso paesaggio rurale, sulla strada che da Genzano conduce a Irsina, si erge il Castello di Monteserico, un luogo davvero unico che ospitò le corti normanno-sveve.
Quando si raggiunge Irsina, antica Montepeloso, non si può restare indifferenti al fascino straordinario della sua posizione, così austera, sull’orlo di una zona calcarea tra le caratteristiche gravine che scendono verso la vallata. Cinta da torri e mura, è caratterizzata dall’imponente Cattedrale Normanna, che accoglie la statua policroma raffigurante Sant’Eufemia, attribuita ad Andrea Mantegna. La statua, alta 172 centimetri, raffigura la martire con una mano nelle fauci del leone, mentre con l’altra sostiene un triplice monte con un castello che riproduce l’antica Montepeloso. È un’opera scultorea di qualità straordinaria come si evince dalle mani della santa, affusolate e bellissime, e dalla nobile espressività del volto.
Il viaggio nelle testimonianze dell’arte veneta in Basilicata si conclude nella Chiesa Madre di Miglionico, borgo famoso per il Castello del Malconsiglio, che sfoggia un polittico di Cima da Conegliano del 1499, unica opera dell’artista nel sud. È un capolavoro grandioso: le figure che circondano il trono marmoreo della Vergine sono proiettate contro paesaggi collinari di memoria veneta.
Quest’area di puro rinascimento che si respira in Basilicata consentirà di conoscere opere grandiose in contrasto con l’intima bellezza dei paesaggi circostanti.