La cultura contadina lucana conserva aspetti folcloristici arcaici, legati a pratiche magiche e superstizioni, espressione delle classi dimenticate, che cercavano sollievo e protezione dal profondo disagio socio-economico. Questa particolare condizione spinse Ernesto De Martino, fondatore dell’antropologia moderna e autore di Sud e Magia, ad addentrarsi in luoghi remoti e desolati negli anni Cinquanta “per tentare di ricostruire la vita culturale, tradizionale delle generazioni contadine che si sono avvicendate sul suolo lucano”. Alcuni borghi rievocano ancora oggi i tratti di questa sopravvivenza.
Il viaggio parte da Albano di Lucania, paese che domina la valle del Basento con vista straordinaria sulle Dolomiti Lucane, fortemente legato alle tradizioni magiche. Pare fosse abitato da moltissime masciare (fattucchiere), che praticavano l’affasc’na (fascinazione), un rituale magico-religioso di gesti e formule oratorie che curava i malanni e scongiurava il malocchio. Ad agosto Albano si anima nelle Notti della Magia, un percorso etnico, culturale e gastronomico in cui si rivivono tradizioni magiche, tra spiritelli e ottimo cibo.
Dall’altra parte della valle, nel meraviglioso scenario delle Dolomiti Lucane, ci si può immergere nella natura lungo il Percorso delle Sette Pietre, un antico sentiero contadino di 2 chilometri, che collega i Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano, tra i borghi più belli d’Italia. Il cammino trae ispirazione da racconti tramandati oralmente e dall’immaginario collettivo che da sempre lega questi luoghi alla magia: qui le rocce assumono forme stregate e zoomorfe. Il sentiero è diviso in 7 tappe dai nomi evocativi, tra storie e pietre narranti: destini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio.
Non c’è riferimento alla magia lucana che non porti a Colobraro, luogo di leggende e superstizioni. Conosciuto come “quel paese” o “paese innominabile”, questo minuscolo, panoramico borgo sulla valle del Sinni, ha la fama di portare sfortuna. L’origine della iattura si fa risalire a un aneddoto degli anni Quaranta: pare che dopo l’affermazione dell’allora potestà Don Virgilio, “se non dico la verità, che possa cadere questo lampadario”, l’evento si sia realmente verificato, provocando danni e feriti. Al di là della leggenda, Colobraro è sempre stato luogo di magia bianca e fascinazioni, legate soprattutto alla presenza della masciara “Cattre”, celebre immagine immortalata dal grande fotografo Franco Pinna. Oggi il borgo ha trasformato questa fama in opportunità; con sapiente ironia organizza la manifestazione Sogno di una notte a…quel paese, uno spettacolo itinerante e interattivo, in cui vengono raccontate leggende, si incontrano i monachicchi e vengono distribuiti amuleti magici.
Questo viaggio tra magia e leggende offre davvero una bella occasione per addentrarsi nelle viuzze dei borghi lucani più o meno noti, tra suggestioni, spiritelli ed eccellenze gastronomiche.